Ponte, Pazzano contro emendamento Iezzi: 'Risponderemo con la legge del più forte, quella del popolo'

"Il sindaco aveva promesso un consiglio aperto. L'importante è che dietro la parola 'presto' non ci sia 'calende greche" così il consigliere

Durante il consiglio comunale iniziato oggi a Palazzo San Giorgio con un minuto di silenzio per la tragedia di Villa San Giovanni, il consigliere Saverio Pazzano de “La Strada” è tornato con il suo intervento sull’emendamento del deputato leghista Iezzi al ddl Sicurezza

“Oggi ricorrono 100 anni dall’ultimo doscorso di Giacomo Matteottti. Il discorso che gli costò la vita, con cui firmò la sua condanna a morte, ma un discorso che ispira e su cui si fondano le ragioni per le quali siamo qui oggi, su cui si fonda la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Parto da qui per dire che presto, fra meno di un mese, sarà messo in discussione un emendamento al ddl Sicurezza, l’emendamento Iezzi (Lega, ndr), che porrà una situazione del genere: Presidente non si arrabbi e non mi dica di toglierlo”.

Il consigliere Pazzano si china e mostra un cartello di divieto stradale con la scritta “Ponte non praticabile”. Prosegue quindi nel suo intervento il consigliere de “La Strada”:

“Fra qualche tempo, per una cosa del genere, si rischia la galera dai quattro ai vent’anni, se si pone minaccia ad un’opera strategica come il Ponte sullo Stretto. Mi rivolgo a tutti i colleghi e ai consiglieri del centrodestra della Lega: sareste d’accordo che un cosigliere comunale, un cittadino o una cittadina, una persona che si ponga in maniera democratica, criticamente, contro un’opera del genere, possa rischiare la galera? Se si va incontro a questo lo denuncio prima del tempo: perchè popoleremo le strade, le piazze, staremo nelle case di chi è minacciato di esproprio. Risponderemo all’intimidazione con la presenza, con lo studio, con la competenza, con la Costituzione. Risponderemo all’autoritarismo con l’autorevolezza della Costituzione. Risponderemo alla ‘legge del più debole’, che agisce con la prevaricazone, con la ragione e la ‘legge del più forte’, del popolo”.

Continua Pazzano:

“C’è però la necessità di aprire questo Consiglio al confronto, perchè dietro quest’opera non si gioca solo una partita sulle infrastrutture, tra chi è per il ‘si’ e chi per il ‘no’. Si gioca una vera e propria partita della democrazia, della tenuta del Paese e della Costituzione. Il primo marzo, sindaco, lei ha promesso che avrebbe convocato un consiglio comunale aperto. Anche lei presidente del consiglio, più volte in questa sede”.

Il consigliere Pazzano viene interrotto dal presidente del consiglio comunale Enzo Marra:

“Abbiamo convocato una ‘capigruppo’ per portare avanti questi lavori, ma ci sono state numerose assenze, compresa la sua”.

Prosegue Pazzano:

“D’accordo, noi ce’eravamo già espressi, era il momento di farlo. L’importante è che dietro la parola “presto” non ci sia “calende greche”. Abbiamo il dovere in questo momento di aprire tutti gli spazi di democrazia e confronto, per dimostrare che attraverso la presenza delle istituzioni che il confronto può avvenire e deve avvenire nelle sedi istituzionali contro l’autoritarismo, contro le derive che provano a inficiare e a provare a intimidire il pensiero delle libere persone. Si può essere a favore o contro, ma la grande manifestazion del 18 maggio forse ha messo paura a qualcuno. Perchè ha dimostrato che le ragioni del ‘No’ sono ragionevoli, sensate, competenti e approfondite perchè sono piene delle ragioni del ‘Si’. Sindaco apra questo consiglio comunale, meglio se metropolitano in cui sia tutto il territorio a confrontarsi, perchè non aprirà solo un confronto sul Ponte ma sulla libertà di espressione, sulla tenuta democratica del nostro Paese e sull’ascolto dei territori, che è proprio quello che questo emendamento vorrebbe spegnere. Mi auguro che tutte le forze parlamentari, qui rappresentate in consiglio, boccino questa proposta”.

Conclude il suo intervento Saverio Pazzano:

“L’opera strategica è il nostro territoriol la nostra Costituzione, il diritto di parola, di espressione, il diritto dei cittadini di fondersi nelle forme consentite dalla democrazia da quella che ritengono essere una prevaricazione. Apriamo all’ascolto ma facciamolo attraverso le sedi istituzionali. Abbiamo il dovere di ascoltare e stare vicino a chi tra qualche settimana rischia, soltanto perchè dice ‘No’, di avere una condanna dai quattro ai venti anni”.