Reggio, gemellini morti trovati in un armadio: una crudeltà che paralizza

Incredibile quanto emerso questa mattina. Un'altra storia disumana a distanza di poco tempo dai terribili fatti di Villa


Ancora una storia drammatica che stringe il cuore e fa riflettere.

Torniamo ad affrontare, non senza angoscia e preoccupazione, un secondo fatto di cronaca in cui si racconta della morte di due neonati. I corpicini, trovati senza vita, a differenza di quanto accaduto a Villa solo poche settimane fa, sono due. E sono stati trovati entrambi chiusi dentro un armadio e avvolti da un lenzuolo.

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Tanti ancora i nodi da sciogliere e i dubbi da chiarire in una vicenda macabra e disumana e che oggi ci paralizza.

Il duplice infanticidio è stato scoperto per caso dalla madre della 24enne residente nella periferia sud di Reggio Calabria che ha, dopo la traumatica scoperta, avvertito la Polizia.  Secondo quanto emerso, la ragazza avrebbe partorito in casa e poi occultato i due corpicini, chiudendoli dentro un armadio.

Il reato che viene contestato oggi dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria alla giovane donna è di duplice infanticidio.

Ma chi era a conoscenza della gravidanza della ragazza? Perchè non ha partorito in ospedale? Perchè nessuno si è accorto dello stato di salute della giovane?

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Tanti i punti oscuri di una vicenda che solo gli inquirenti adesso chiariranno nelle sedi più opportune, vista l’estrema delicatezza dei fatti.

Intanto, probabilmente nella giornata di domani il sostituto procuratore Chiara Greco disporrà l’autopsia sui due gemellini per accertare se erano già morti al momento della nascita o se sono deceduti in seguito. Sotto interrogatorio in queste ore i parenti e gli amici più stretti della ragazza, che avrebbe occultato i corpi dei due neonati.

“Nel 2024 certe cose non dovrebbero accadere, perché l’informazione è anche abbastanza sul poter partorire in anonimato e lasciare in adozione i nascituri. E, d’altro canto, a nessuno è dato di potersi pronunciare in assenza di elementi che toccherà alle istituzioni inquirenti ricostruire. Certo è che la notizia del ritrovamento di due neonati morti in un armadio desta raccapriccio e soprattutto connota sprezzo per la dignità umana”.

E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria.

“Certo, stando alle prime indiscrezioni non si tratterebbe di una storia di degrado sociale – evidenzia il Garante – ed allora potrebbe trattarsi di disagio psichico, ma viene molto difficile credere che i medici di ginecologia dopo averla ricoverata e visitata nei giorni scorsi all’ospedale di Reggio Calabria, come riportato dal Corriere della Sera, non si siano accorti che fosse incinta o che avesse addirittura partorito. Sarebbe paradossale, assurdo”.

“Non è la prima volta che neonati vengono occultati nell’armadio – evidenzia Marziale – è già capitato, in particolare un caso a Lecce, dove un corpicino è stato avvolto in una busta e chiuso in un armadio. La vicenda ha sortito condanne fino a quattordici anni e mezzo per due congiunti della puerpera. A Ronchi dei Legionari, invece, una madre nascose il feto nell’armadio e venne prosciolta da ogni accusa per incapacità di intendere e di volere”.

“Aspettiamo, dunque, gli esiti delle indagini, che non si preannunciano facili considerate certe assurdità – conclude il Garante – rivolgendo il pensiero a quelle due creature, vittime comunque di una società che non ha pietà del genere umano nemmeno al cospetto della morte”.