Manifesti Pro Vita, Paris contro Falcomatà: ‘Reggio ha tanti problemi, il sindaco pensi al suo ruolo’
Il consigliere Paris in merito ai manifesti apparsi a Reggio Calabria contro l'aborto accusa Falcomatà: "L'unica violenza è la rimozione"
14 Febbraio 2021 - 10:30 | Comunicato
Il consigliere regionale Nicola Paris commenta l’operato di Falcomatà in merito ai manifesti apparsi in città sull’aborto.
Manifesti contro l’aborto: Paris contro Falcomatà
“Reggio Calabria purtroppo, ha tanti problemi da risolvere e il sindaco Falcomatà invece di lavorare per consentire alla sua comunità di vivere dignitosamente offrendogli mezzi e servizi, pensa a rimuovere manifesti. La rimozione dei manifesti contro l’aborto di “Pro Vita & Famiglia” è un atto che nulla a che vedere con il suo ruolo istituzionale”.
Ad affermarlo in consigliere regionale Nicola Paris.
“La giustificazione data dal primo cittadino che “i manifesti ledono la dignità personale dell’individuo” dimostra invece, la volontà di Falcomatà di ledere intenzionalmente la libertà di espressione dell’essere umano e una netta censura di un uomo delle istituzioni che si erge a “dittatore” morale”.
“Falcomatà parla tanto di violenza ma l’unica violenza che è stata fatta, è proprio la rimozione dei manifesti. In democrazia, tutti possono esprimere i propri pensieri e le proprie idee senza usare metodi prevaricatori o violenti”.
“La donna è libera di scegliere”
“È più violento tappare la bocca di chi non la pensa come noi. È più violento ergersi a portatore della verità assoluta. Falcomatà forse non ha ben compreso che la donna è libera di scegliere cosa fare del suo corpo e decidere se diventare madre o no” prosegue Paris.
“Non credo sia giusto che una donna che deve fare i conti con una scelta molto sofferta come l’aborto, deve subire anche una sorta di umiliazione come questa inflitta oggi dal sindaco. In una società evoluta come la nostra, in cui dovrebbe trionfare la parità di genere, ci troviamo di fronte ad episodi simili, che non fanno solo male alle donne, ma a tutti noi che crediamo in una società fondata su diritti e doveri, sulla libertà dell’uomo e non su un atteggiamento di condanna medievale” conclude il consigliere.