Reggio, visita di Falcomatà ad Alessandro, malato cronico e senza casa idonea: ‘Non mollare’
"Ho sentito la necessità di venire a trovarlo per cercare insieme una soluzione e trovare per lui un posto dignitoso dove vivere con i suoi familiari e curarsi più serenamente", le parole del sindaco
30 Aprile 2025 - 09:47 | Redazione

Alessandro Giordano ha 36 anni, vive a Reggio Calabria e da quando ne aveva otto è costretto a fare i conti con una grave malattia renale che lo ha portato a vivere per 16 lunghi anni sotto dialisi. Poi il trapianto di rene, ma i rischi per la sua vita non si sono attenuati, soprattutto perché oggi è costretto a vivere in una casa inidonea per le sue condizioni di salute.
Nel 2006, racconta, gli era stata assegnata una casa popolare nel quartiere Arghillà. Ma nel 2008, a seguito di un intervento salvavita fuori regione, al ritorno ha trovato l’abitazione occupata abusivamente, distrutta e con i mobili rubati. «È stato l’inizio del mio calvario», spiega Giordano, che da allora non ha più ricevuto un nuovo alloggio, nonostante pec, denunce e richieste ufficiali.
Nella giornata di ieri, Alessandro ha ricevuto la visita del sindaco Falcomatà.
“Sono venuto a trovare Alessandro ed insieme abbiamo preso un caffè. Alessandro ha seri problemi di salute e nel 2011, mentre si trovava in ospedale per un delicato intervento, la sua casa di Arghillà, un alloggio Aterp, è stato occupato da abusivi.
Non conoscevo la sua storia e per questo voglio ringraziare il giornalista Matteo Viviani de Le Iene per avermela raccontata. Ho sentito la necessità di venire a trovarlo per cercare insieme una soluzione e trovare per lui un posto dignitoso dove vivere con i suoi familiari e curarsi più serenamente”, le parole del sindaco.
“Purtroppo -evidenzia Falcomatà- quello di Alessandro non è l’unico caso complesso nella nostra città. Tanti cittadini perbene sono stati costretti a fuggire da Arghillà Nord a causa delle occupazioni e di illegalità diffuse. E’ un problema che conosciamo bene, che stiamo combattendo da anni tra mille difficoltà, lavorando fianco a fianco alla Prefettura, alle forze dell’ordine, alle associazioni che operano sul territorio.
Ed è purtroppo ancora una ferita aperta per noi, frutto di scelte sbagliate del passato, quando si preferì nascondere la polvere sotto il tappeto, abbattendo un ghetto, quello dell’ex caserma 208, per crearne un altro, ad Arghillà Nord”.
L’incoraggiamento del sindaco Falcomatà
“C’è ancora tanto da fare lo so, la strada è ancora lunga e tutta in salita. Ma non ci arrendiamo. Lo dobbiamo a giovani come Alessandro e alle tante famiglie che in questi anni hanno rischiato sulla loro pelle, vivendo difficoltà immani, sopraffatte dall’illegalità e dal degrado, volutamente creato per allontanare le persone perbene.
Ho detto ad Alessandro che non deve mollare, ma è un messaggio che rivolgo a me stesso, e ai tanti che insieme a noi lavorano, ogni giorno, per dare una risposta ai bisogni di chi sta male, di chi soffre, di chi rivendica un diritto che per tanto, troppo, tempo gli è stato negato.
Perchè quando sei il sindaco non esiste la possibilità di sottrarsi a un problema. Quando hai l’onore e l’onere di guidare una comunità è una responsabilità che ti entra dentro, una sorta di innamoramento, il sapore dolce di verificare che quando governi sono tutti figli tuoi e devi trovare una soluzione per tutti”.
