Lidi in costruzione, l’estate reggina è alle porte. Concessioni, c’è una speranza…
L'estate reggina 2022 potrà essere quella del (quasi) ritorno alla normalità dopo due anni di timori e restrizioni
11 Maggio 2022 - 19:35 | di Pasquale Romano
Le temperature in riva allo Stretto iniziano a salire, come da copione maggio è il mese in cui vengono montati i lidi sulla parte bassa del Lungomare. Allo stesso tempo, i chioschi presenti (chiusi durante i mesi invernali) riprendono la loro attività, come già hanno iniziato a fare da qualche giorno. L’estate reggina 2022 potrà essere quella del (quasi) ritorno alla normalità dopo due anni di timori e restrizioni, in attesa poi di capire cosa succederà dall’autunno in poi.
Lavori iniziati da diversi giorni, in alcuni casi (ad esempio il Pepy’s Beach) già in stato avanzato. Nelle prossime settimane gli stabilimenti balneari reggini prenderanno vita, con cittadini e turisti che affolleranno la Via Marina sia durante il giorno che nelle ore serali.
Intanto per i titolari degli stabilimenti potrebbe arrivare una buona notizia. Il tema delle concessioni infatti è sempre più una telenovela, che da anni non fa mancare nuove puntate e colpi di scena. Nel ddl Concorrenza il Governo aveva annullato la proroga al 2033, fissando la scadenza di tutte le concessioni al 31 dicembre 2023. Quindi ultimi 18 mesi con le attuali regole e licenze, prima di nuove gare per le concessioni.
Adesso però arriva l’ennesima (possibile) novità. Negli ultimi giorni i rumors parlavano di una proroga di due anni, quindi sino al 31 dicembre 2025, prima di dare vita ai nuovi bandi. Ma gli orizzonti temporali non sono ancora chiari e potrebbero estendersi ulteriormente.
Come riportato da Il Sole 24 Ore infatti, “l’emendamento dei relatori al disegno di legge per la concorrenza che modifica l’intervento sulle concessioni balneari può portare, sulla carta, anche a una proroga senza fine. E a una sanatoria sine die delle attuali concessioni a rischio di essere considerate abusive. Basta leggere con un po’ di attenzione la norma per capirne la reale finalità.
Su un testo così estremo si è arenato in queste ore in commissione Industria al Senato l’esame del disegno di legge per la concorrenza: all’ipotesi iniziale del governo, una fase di transizione di ulteriori due anni rispetto al termine che il Ddl fissa per la fine del 2023, quindi fino al 31 dicembre 2025, si è sovrapposta una proposta a firma dei relatori (Stefano Collina del Pd e Paolo Ripamonti della Lega) che rappresenterebbe potenzialmente un allungamento senza termine. Perché le gare scatterebbero «all’esito della mappatura» delle concessioni pubbliche (tutte, non solo quelle balneari) prevista dal testo originario del disegno di legge.
Ma una data per ultimare la mappatura non c’è, per questo è impossibile allo stato stabilire da quando decorrerebbero i cinque anni che sarebbero concessi agli attuali concessionari per adeguarsi ai criteri di gara da definire con decreto legislativo”.