A Reggio i gruppi di mutuo aiuto degli Alcolisti Anonimi per uscire dal tunnel della dipendenza

Le comunità di alcolisti, dei loro familiari e amici, dei loro figli, si incontrano ogni settimana. Le loro testimonianze e come contattarli

Tanta voglia di ricominciare, di voltare pagina, di uscire da un tunnel troppo buio per sé e per chi ti sta intorno. Il bisogno di condividere, di sentirsi parte di qualcosa, di trovare risposte, supporto.

Questo e tanto altro sono i gruppi di autoaiuto degli Alcolisti Anonimi di Reggio Calabria. All’interno di un appartamento confiscato alla ‘ndrangheta, in una stanzetta di 20 metri quadrati dall’atmosfera “magica” – capirò poi il perché – un universo di mondi, di vite, si incrociano e si raccontano con umiltà e coraggio.

Riunione Alcolisti Alanon Alateen RC (1)

Sguardi sfuggenti, mani nervose, timidezza, lacrime, ma anche sorrisi, abbracci, carezze e applausi di incoraggiamento durante la riunione del mercoledì, uno dei due appuntamenti fissi durante la settimana. Una serata particolare, c’è la “stampa”, per una volta l’anonimato si violerà. Ma è l’occasione per farsi conoscere al mondo esterno, e i gruppi di mutuo aiuto reggini stasera si sono riuniti.

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Aprirsi ad una società dove, è vero, troppo spesso regnano indifferenza e ignoranza su un tema così delicato e complesso come quello delle “dipendenze”, ma dove c’è sicuramente qualcun altro che ha bisogno del sostegno di questa piccola comunità. E allora vale la pena mostrarsi, raccontarsi, anche con chi non condivide i problemi e non vive l’anonimato come condizione ‘vitale’, per la propria salvaguardia, dignità, e per sentirsi fra ‘pari’.

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I gruppi reggini di Alcolisti Anonimi, Al-anon e Alateen

Sono tre le ‘comunità’ di sostegno attualmente attive a Reggio: oltre agli alcolisti anonimi, o AA, si riuniscono periodicamente il gruppo degli Al-Anon, i familiari e amici di alcolisti, e quello degli Alateen, per i figli, gli adolescenti coinvolti.

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Il bere compulsivo di un familiare o un amico non colpisce solo l’individuo, bensì chiunque ci entri in relazione. Ma gli alcolisti anonimi reggini negli anni non si sono limitati a prendersi cura ed occuparsi di chi soffre il loro stesso problema: vista la carenza di strutture e servizi nel territorio, in passato hanno aperto le porte anche a persone con dipendenze diverse come quelle alimentari, da gioco o da sostanze stupefacenti.

E lo fanno sempre con il medesimo approccio. Il metodo dei dodici passi diventa uno stile di vita, ed inizia dalla prima e cruciale accettazione:

“Abbiamo ammesso la nostra impotenza di fronte all’alcol e che le nostre vite erano divenute incontrollabili”.

Da soli si è sconfitti, ma nella comunità si trova un ruolo, una motivazione, un sostegno e soprattutto degli strumenti per affrontare la vita senza la ‘stampella’ del bere.

La riunione e le testimonianze di AA, Al-anon e Alateen

Prendono la parola uno per volta, si presentano col loro nome e non si dichiarano ancora “ex alcolisti”, anche se non bevono da anni: sanno che il pericolo di una ricaduta è sempre dietro l’angolo.

In quella stanzetta di 20 metri quadrati vanno in scena le testimonianze degli alcolisti, ma anche di madri, mogli, figli.

Raffaele, 11 anni, racconta del suo rapporto complicato col padre, alcolista:

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“Prima di venire qui litigavo spesso con mio padre. Poi mia madre aveva iniziato a venire, e io mi son detto ‘Vengo anche io qua, provo un po’ di giorni e vediamo come va’. È andato tutto bene, mi sono trovato bene ed ho pensato ‘Continuiamo, e speriamo sempre bene’. Allora è venuto per qualche giorno anche mio padre, che un po’ ha capito. E quest’anno ha da poco smesso di bere”

Nuccio dà conto dell’importanza della comunità e dei gruppi AA nella sua esperienza:

“È come il tendere la mano e aspettare che qualcuno la prenda da un lato e dall’altra: si chiama ‘autoaiuto’ per questo. Cerchi di aiutare chi è caduto e cerchi di aiutare te stesso a non raggiungere lo ‘zero’”.

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La signora Maria parla del figlio e delle sue difficoltà come madre:

“Non riusciva più a tenere niente nello stomaco. Beveva 12 bottiglie di birra grandi e una di vino. Era ridotto al lumicino, e io non ce la facevo più a sostenerlo: vergogna, paura, rabbia, e tutto quello che prova chi sta vicino. Anche nel lavoro avevo perso ogni gioia ed entusiasmo, son dovuta ricorrere agli psicofarmaci. Non dovevo e non potevo portare avanti questa lotta, non dovevo assoggettarmi a tutte queste prove, perchè è l’alcolista che deve decidere da sé”.

Ancora testimonianze, racconti, ma dietro ogni dramma e dentro gli sguardi di ognuno c’è però una fiammella, una forza che accomuna tutte queste donne, questi uomini, il giovanissimo Raffaele: c’è nuovamente la speranza, e c’è una ritrovata serenità nella vita di ognuno di loro. Ecco la magia di questa stanzetta: non è solo il sentirsi accolti, accettati, non giudicati, è il sentirsi parte di una nuova famiglia, è il trovare soluzioni e strumenti per affrontare la vita di tutti i giorni. È un’oasi di comprensione e supporto nel deserto.

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Un ultimo momento di raccoglimento prima di salutarsi, tutti in piedi, mano nella mano a formare una catena, con la “preghiera della serenità”:

“Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza”.

L’associazione degli Alcolisti Anonimi di Reggio Calabria

La riunione è finita, è il momento della colletta: il borsellino sociale gira di mano in mano e ognuno dà quel che può per sostenere le attività dei gruppi. Perché AA, Al-anon e Alateen sono economicamente autosufficienti e sopravvivono dei contributi liberi di chi partecipa: non ci sono quote per diventare membri, né si accettano contributi, sovvenzioni o donazioni esterne.

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L’associazione degli Alcolisti Anonomi è stata fondata nel 1935 negli USA e si è diffusa in tutto il mondo grazie al programma di mutuo aiuto offerto a persone con problemi di dipendenza da alcol.

Il gruppo di Reggio Calabria è attivo dal 1981, e i membri dell’associazione si incontrano in via Giudecca 31. Gli A.A. sono molto grati a chi indirizza ai gruppi coloro che ne hanno bisogno.

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“Se vivi anche tu questa condizione, o qualcuno che conosci ha o potrebbe avere un problema con alcol o altre dipendenze, è possibile contattare l’associazione al numero 0965-811348 o per email all’indirizzo [email protected]”.