Festa di Madonna, giostre in silenzio per bambini autistici? Una mamma: ‘Quest’anno nessun pomeriggio speciale’

La mamma del piccolo Gabriele: 'Reggio Calabria non è una città per tutti questi è chiaro, ma perché quando una cosa inclusiva viene fatta poi non si replica?'

Giostre Reggio Calabria (5)

Esattamente quattro anni fa, in occasione delle Festività Mariane, i giostrai hanno dato un dimostrato grande sensibilità attraverso un gesto simbolico di vicinanza ai bambini in difficoltà.

I proprietari delle tante attrazioni, all’epoca posizionate al Tempietto, hanno spento per un paio d’ore le luci e azzerato la  musica per consentire ai bambini autistici di potersi divertire con gioia in un ambiente protetto e adatto alle loro sensibilità.

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All’iniziativa, ideata dall’amministrazione comunale di Reggio Calabria, avevano aderito con grande sensibilità e disponibilità gli operatori dello spettacolo viaggiante.

Il silenzio, per i bambini autistici, è sinonimo di divertimento, e unisce nello svago e nella felicità di poter salire sulle giostre tutti i bambini.

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Quest’anno, nonostante la buona idea di riservare un’area (piazzale Enzo Ferrari a Pentimele) alle famiglie e ai bambini con giostre dedicate esclusivamente ai più piccoli, non si è però pensato a replicare l’ottima iniziativa di qualche anno fa.

A segnalarlo, alla nostra redazione, la madre del piccolo Gabriele:

“Sono la mamma di Gabriele un bambino ormai ragazzo di 12 anni con autismo. Prima del Covid, per far gioire anche i bambini con disabilità e con disordini sensoriali è stata fatta un’iniziativa: per due ore di un pomeriggio le giostre non avrebbero messo la musica alta e ci sarebbero state meno luci abbaglianti in modo da far partecipare tutti – spiega Ilenia – Come mai questa iniziativa non è stata più messa in campo? La stessa cosa è avvenuta al cinema. Una sola volta è stata data la possibilità a questi ragazzi di andare a vedere un film senza essere al buio completamente e senza suoni assordanti. Reggio Calabria non è una città per tutti questi è chiaro, ma perché quando una cosa inclusiva viene fatta poi non si replica? Perché chi ha già difficoltà viene messo ogni giorno di più alla prova?”