Reggio, la denuncia di un paziente diabetico: ‘Senza dispositivi rischio la vita. Anche molti bambini in pericolo…’

Un migliaio di pazienti diabetici si trovano nella stessa situazione di Vincenzo perchè l'Asp di Reggio non acquista più i dispositivi salvavita. I rischi e le conseguenze per i tanti malati reggini

Direzione Generale Asp Reggio Calabria Via Diana 1

Indossa giorno e notte un dispositivo di piccole dimensioni. E’ nascosto sotto i vestiti, nella parte inferiore dell’addome. Ed è un vero e proprio salvavita.

Il sig. Vincenzo, paziente diabetico dal 2008, vive costantemente in una condizione cronica, tutti i giorni e in tutti i luoghi. Ma grazie alla nuova tecnologia del microinfusore, riesce a condurre oggi una vita ‘normale’. Non priva di rischi certo, ma decisamente più sicura, grazie alla terapia insulinica che si adatta automaticamente alle sue esigenze.

Dal 2016, il sig. Vincenzo, affetto da diabete mellito di tipo 1 X ha migliorato il trattamento della terapia insulinica intensiva grazie al microinfusore.

Il dispositivo, in grado di somministrare insulina nel tessuto sottocutaneo attraverso l’infusione basale continua, cioè quella che serve a mantenere normali i valori della glicemia nel periodo di digiuno, è dotato di un set, composto da altri piccoli ma essenziali componenti. E ogni due-tre giorni il set deve essere sostituito, obbligatoriamente, per evitare infezioni.

Si tratta dunque di veri dispositivi salvavita.

Da questa breve e necessaria premessa non è difficile comprendere come, nel caso di assenza dei componenti del microinfusore, e nel caso in cui non si riuscisse a cambiare il set, il funzionamento del microinfusore e l’efficacia della somministrazione dell’insulina sarebbe compromessa. Con conseguenze nefaste.

Da oltre sei mesi il sig. Vincenzo non riceve i sensori e il tubicino che formano il kit del dispositivo.

“Abbiamo perso ogni speranza. Non sappiamo più a chi rivolgerci. Dopo numerosi tentativi all’Asp, siamo costretti a rendere pubblica la nostra situazione che accomuna circa un migliaio di pazienti, tra cui numerosissimi bambini – spiega Vincenzo ai nostri microfoni”.

Esattamente da luglio 2024 l’Asp non acquista più i dispositivi, costringendo i pazienti all’utilizzo delle penne da insulina.

“Non capiamo come mai solo il distretto di Reggio Calabria non compra più i dispositivi. Le Asp delle cittadine più vicine a Reggio come Palmi o Locri non hanno problemi e garantiscono i presidi salvavita. E’ importante ricordare come i sistemi salvavita sono utilizzati anche da moltissimi bimbi. E’ uno strumento indispensabile”.

A denunciare con parole ancora più forti la situazione drammatica, è Domenica, la moglie di Vincenzo.

“Il rischio è quello di tornare ad una terapia obsoleta con un forte rischio di scompenso e di complicanze anche gravi. Abbiamo solo due set di infusione. Sono rimaste solo due scorte. E poi? Cosa dovremmo fare? Siamo pronti ad andare anche in Procura a denunciare l’accaduto per rivendicare i nostri diritti”.

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