Reggio, confisca da 50mln a due imprenditori legati alla ‘ndrangheta

I due erano stati arrestati nell’ambito di “Libro Nero” per partecipazione e concorso esterno in associazione mafiosa, condannati rispettivamente a 6 anni e 8 mesi e 4 anni


In data 21 gennaio u.s., personale della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria ha dato esecuzione a un decreto di confisca del capitale sociale (per intero o pro quota) e del patrimonio di 12 società, 6 veicoli, 315 fabbricati, 21 terreni, nonché al sequestro dei rapporti finanziari riconducibili a due fratelli, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio Misure di Prevenzione. Il provvedimento, che in parte conferma il precedente decreto di sequestro, scaturisce dalla proposta del 2022, a firma congiunta del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria e del Questore di Reggio Calabria.

Secondo il Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, si è delineato il ruolo di imprenditori compiacenti che, fin dall’esordio della loro attività, avrebbero instaurato un rapporto di scambio di utilità con la criminalità di stampo mafioso. Il riscontro investigativo derivato dal parallelo procedimento penale ha mostrato come il gruppo imprenditoriale non fosse solo vittima, ma anche favorito dalle cosche, secondo le necessità.

Le indagini patrimoniali hanno evidenziato che l’acquisto di determinate quote del capitale sociale di alcune società era lo strumento per ottenere il controllo effettivo delle decisioni aziendali, determinando così un accrescimento del patrimonio societario.

Soggetti ritenuti socialmente pericolosi

I due imprenditori erano stati inizialmente definiti soggetti socialmente pericolosi per appartenenza alla criminalità organizzata di stampo mafioso, finendo in custodia cautelare nell’ambito del procedimento “Libro Nero”. Nel processo, uno dei fratelli è stato accusato di partecipazione ad associazione mafiosa, mentre per l’altro è stata rimodulata l’accusa in concorso esterno. Il procedimento penale, definito con rito abbreviato, si è concluso con la condanna di entrambi per concorso esterno in associazione mafiosa:

  • 6 anni e 8 mesi di reclusione per uno;
  • 4 anni di reclusione per l’altro.

Confisca dal valore stimato di 50 milioni di euro

La misura ablatoria disposta ha portato a confiscare beni mobili, immobili e utilità aziendali per un valore complessivo stimato di circa 50 milioni di euro.