Reggio, le nomine SviProRe diventano un caso. Cardia rimette le deleghe

Si tratta di una scelta politica chiara, mirata a prendere le distanze rispetto a quanto accaduto con le nomine di SviProRe

Cardia Comune

Mario Cardia, capogruppo di Democratici e Progressisti


Le nomine all’interno di SviProRe diventano un caso politico, quantomeno all’interno del gruppo Democratici e Progressisti. Notizia di ieri, sollevata in modo critico dai coordinamenti provinciali dei partiti di centrodestra, le nomine per il collegio sindacale della SVI.PRO.RE. spa, Società consortile per azioni e iniziative per la promozione dello sviluppo economico della Provincia di Reggio Calabria.

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Tra i soggetti nominati all’interno di SviProRe, anche lo  zio del consigliere comunale (proprio del gruppo Democratici e Progressisti) Marcantonino Malara. La scelta non sembra aver causato malumori soltanto all’interno del centrodestra ma anche della maggioranza, con specifico riferimento al gruppo capitanato da Nino De Gaetano, e che già in altre pagine del nostro giornale riportavamo piuttosto in fermento e spaccato.

Il capogruppo di Democratici e Progressisti, secondo quanto raccolto da CityNow, ha deciso di rimettere la delega alle manutenzioni stradali. L’atto è stato presentato in mattinata presso la segreteria del sindaco f.f. Brunetti. Si tratta di una scelta politica chiara, mirata a prendere le distanze rispetto a quanto accaduto con le nomine di SviProRe vicine al gruppo Dp.

Una mancanza di legalità e trasparenza, quanto emerge dalla decisione di Cardia, che ha portato alla scelta di rimettere la delega alla manutenzione stradale. Da capire adesso quali saranno le decisioni degli altri consiglieri del gruppo Dp, in particolare di Malara. La rimessione della delega di Cardia va probabilmente letta come una forte presa di distanza politica dalle recenti nomine di parenti di Malara in società pubbliche e sembra fare il paio con l’appello del cdx alle dimissioni dopo quanto emerso nelle ultime ore.

Di sicuro nelle ultime 24 ore si è aggiunta una buona dose di tensione (e un pizzico di imbarazzo) in una situazione già dagli equilibri politici precari.

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