Mostra Pop Art a Reggio, sequestrate 130 opere. L’Accademia: ‘Opere con certificato di originalitá’
Il direttore Sacchetti: "Dimostreremo la correttezza del nostro operato e l’individuazione dell’altrui responsabilità"
26 Novembre 2024 - 14:19 | Comunicato Stampa
La mostra “Pop to Street Art: Influences”, organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria (AbaRC), ha chiuso anticipatamente a seguito delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. I Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale hanno sequestrato 130 delle 170 opere esposte nelle tre sedi coinvolte: l’Accademia di Belle Arti, il Palazzo della Cultura “Crupi” e il Museo Archeologico Nazionale.
L’esposizione, curata da Jean-Christophe Hubert, era stata inaugurata lo scorso 20 luglio e avrebbe dovuto concludersi il 3 novembre, ma, visti i consensi ricevuti, la mostra era stata prorogata al 5 gennaio 2025.
Sacchetti: “L’Accademia è parte lesa”
«La chiusura anzitempo della mostra in base alle nostre fonti e documentazioni non ha nulla a che vedere con l’operazione “Cariatide” eseguita dalla Procura di Pisa e ci dispiace che alcune testate abbiano comparato il nome dell’Accademia a questa inchiesta»
ha dichiarato il direttore Piero Sacchetti.
«L’Arma dei Carabinieri ha avviato ulteriori accertamenti e noi siamo a completa disposizione delle Autorità competenti per eventuali chiarimenti e delucidazioni. Qualora fosse confermata, nel seguito delle indagini, l’ipotesi al vaglio degli inquirenti, è evidente che la nostra Scuola sarà parte lesa e farò tutte le dovute azioni per dimostrare la correttezza del nostro operato e l’individuazione dell’altrui responsabilità».
Sacchetti ha sottolineato che ogni opera esposta era accompagnata da un certificato di originalità e che la mostra era assicurata dal curatore Jean-Christophe Hubert, “da chiodo a chiodo”, per un valore complessivo di 2 milioni di euro.
La difesa dell’AbaRC
«Ovviamente, sarà mia premura come direttore della Scuola, qualora fosse accertata tale tesi, tutelare nelle sedi opportune l’immagine dell’Accademia e di tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questa esposizione»
ha concluso Sacchetti.
La vicenda resta al centro delle indagini, mentre l’AbaRC ribadisce il proprio impegno a collaborare con le Autorità per chiarire ogni aspetto.