Addio 118, Azzarà: ‘Sanità asfaltata, Reggio sempre più fanalino di coda’

Ridisegnata la mappa regionale delle centrali. Passano da 5 a 2 e cala il sipario sulla storica centrale di Reggio. Azzarà: 'Quale la logica?'

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Giù il sipario sulla centrale operativa del 118 reggina.

La riforma della Regione Calabria concentra a Catanzaro il servizio di Reggio e accentra, in nome del rigore della spesa e della riorganizzazone del servizio, le attività nel capoluogo della Calabria.

A fronte delle cinque sedi operative, una in ogni provincia, adesso saranno solo due, dopo la riforma, le sedi che rimarranno operative. Cosenza gestirà la parte settentrionale e Catanzaro invece quella a sud, chiudono dunque Reggio, Vibo e Crotone.

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“La sanità a Reggio da tempo immemore non risponde assolutamente a quelle che sono le esigenze ed i bisogni reali dei cittadini. Per quanto riguarda la centrale operativa emergenza urgenza, è vero che da tempo si parla dell’istituzione del numero unico 112 a cui fanno riferimento anche le chiamate d’urgenza ed istituire un numero unico, sulla carta, appare anche corretto e nessuna lamentela può essere mossa in questo senso – spiega l’ex segretario provinciale UIL Azzarà – Da tempo però era partita la discussione su come riorganizzare l’ex 118 su tutto il territorio calabrese e in un primo momento si era pensato che la centrale unica regionale dovesse essere Reggio. Poi sono intervenute le forze politiche e hanno pensato che il compito potesse essere diversificato sulle tre provincie fondamentali di Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro“.

Secondo l’ex segretario provinciale di Reggio Calabria Nuccio Azzarà le città scelte erano inizialmente tre. Ad un certo punto però viene deciso che la sede di Reggio dovesse essere soppressa.

“La centrale di Reggio Calabria è una centrale operativa storica e nasce nel giugno del 1997 ed è stata tra le prime centrali ad aprire. Al suo interno hanno lavorato eccellenti professionalità, la centrale ha gestito  4 milioni e 500 mila richieste di intervento con oltre un milione di interventi e viene chiusa al pari di Crotone e Vibo. Quale è la logica di tenere due centrali e non una sola?”.

Azzarà: ‘Perchè restano Catanzaro e Cosenza? Quale la logica?’

Sarebbe stato più logico, secondo Azzarà, tenere una sola centrale, quella di Catanzaro.

“Perchè rimane in piedi la centrale di Cosenza con punto strategico regionale. Da cittadino mi chiedo, perchè fare rimanere in vita Cosenza e Catanzaro e non Reggio Calabria? Devo dedurre che c’è stata la necessità politica di rivalutare in meglio tutto l’assetto organizzativo calabrese incentrandolo su Cosenza. Non sfuggirà ai cittadini che Cosenza si sta potenziando anche dal punto di vista universitario con l’istituzione di Scienze Infermieristiche. Reggio Calabria rimane, come sempre, fanalino di coda e la sanità è stata asfaltata completamente”.

In 27 anni di esperienza, la centrale operativa, è stata guidata da dottori di primissimo ordine.

“Nel corso degli anni fior di medici hanno dato la vita affinchè la centrale operativa funzionasse – conclude Azzarà – Il processo di innovazione, che si sta compiendo a livello nazionale, è stato nei vari passaggi in Calabria, modificato per rispondere a logiche che non sono sanitarie. Quando il cittadino di Bovalino o di Platì, aldilà dei mezzi in dotazione, chiama la centrale e deve indicare un posto esatto in una situazione di emergenza, credo che un operatore di Reggio possa comprendere meglio di un operatore di  Catanzaro, vista la complessità e la vastità del nostro territorio”.

118, cala il sipario nel silenzio della politica locale

Azzarà punta il dito infine contro i politici locali.

“Perchè nessun politico ha detto una parola su questo scippo fatto alla nostra città? Perchè il nostro sindaco, che è la massima autorità sanitaria nella nostra città, non ha detto nulla? Anche dalla dott.ssa Di Furia non ha detto nulla, ma forse non essendo reggina non ha interesse ad esporsi”.