Esempio di buona sanità al GOM: 'Umanità straordinaria, grazie al reparto OBI'

Quattro sorelle scrivono al reparto del GOM e ringraziano infermieri, medici e dirigenti. La lettera della famiglia di Enzo Rosaci

“Bisogna dirle le cose positive, siamo sempre pronti a lamentarci e puntare il dito quando le cose non vanno come vorremmo ma noi abbiamo una bella esperienza da raccontare. Siamo quattro sorelle e il nostro adorato papà è il fulcro della nostra famiglia. Per questo motivo vorremmo esprimere il nostro più profondo e sincero ringraziamento all’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria, in particolare al reparto OBI, per le cure ricevute durante il recente ricovero di nostro padre”.

Un ringraziamento speciale va alle Operatrici Socio Sanitarie: Mariella, Daniela, Lina, Eleonora che hanno dimostrato un’attenzione e un’umanità straordinarie.

La loro dedizione e la capacità di mettersi nei panni dei pazienti hanno reso questo difficile periodo molto più sopportabile. Ogni loro gesto, dalla parola di conforto alla premura costante, ha fatto la differenza nella sua guarigione.

Desideriamo anche ringraziare di cuore gli infermieri Giuseppe, Enzo, Angela, Domenico, Sandra, Nunzia Eugenio e Carmelina.
Il loro impegno, la professionalità e la disponibilità non sono mai venuti meno, nonostante le difficoltà che quotidianamente devono affrontare. Ogni giorno si sono presi cura dei pazienti con una dedizione e una cordialità che non dimenticheremo mai.

Infine, un sentito grazie ai gentilissimi Dottori Caridi, Fava, Costantino e il direttore Sanitario Salvatore Costarella.

La loro competenza e il loro impegno sono stati fondamentali per il percorso di guarigione.

Hanno saputo unire alla competenza medica un’umanità rara, rendendo il ricovero del nostro papà un’esperienza serena sempre pronti a rassicurarlo. Grazie a tutti voi per l’attenzione, le cure e l’umanità che avete dimostrato.

Il vostro lavoro va ben oltre il semplice svolgimento del compito professionale: rappresenta una missione che onorate ogni giorno, offrendo a noi pazienti non solo cure mediche, ma anche conforto e speranza.”