Il paradosso di Reggio: boom di turisti e clima estivo…ma sul Lungomare è tutto chiuso

Tanti i turisti che si chiedono: "Città bellissima ma lidi e chioschi chiusi. Perchè?". Domanda che passa all'amministrazione 


A Reggio Calabria l’estate non finisce mai. Come capita ormai da diversi anni, la stagione estiva in riva allo Stretto…raddoppia, con le alte temperature che anticipano e posticipano quanto previsto dal calendario.

Una differenza però, rispetto agli anni precedenti, c’è. Il riferimento ovviamente è ai nuovi voli Ryanair, un boom di voli e turisti impensabile soltanto sino a pochi mesi fa.

Per i reggini, l’estate solitamente (e stranamente) si chiude con l’ultimo giorno delle festività mariane, il concerto e i tradizionali giochi pirotecnici. L’afflusso sul Lungomare Falcomatà cala, e i stabilimenti balneari presenti chiudono i battenti.

Il 2024 però, come detto, ha visto il boom di presenze di turisti anche in riva allo Stretto anche al termine della stagione estiva. In queste settimane, sono centinaia i turisti che presenziano sul Lungomare Falcomatà, recandosi in quello che è diventato l’unico luogo possibile dove recarsi, ovvero il lido Pepy’s.

In questi giorni, in tanti hanno approfittato delle temperature favorevoli per concedersi un bagno nelle acque reggine. Ascoltando il parere dei turisti presenti in queste settimane a Reggio Calabria, le risposte paiono quasi ‘concordate’ per quanto simili.

Dopo l’apprezzamento per la bellezza incantevole della città, per il clima piacevole, per le eccellenze enogastronomiche reggine (e le puntualizzazioni su tutto quello che non va, a partire dai rifiuti) arriva un interrogativo posto all’unisono.

“Per quale motivo i lidi e i chioschi presenti sul Lungomare sono tutti chiusi tranne uno? E’ un peccato. Ovunque ci sarebbero bar, chioschi e ristoranti aperti, non capiamo perchè qui non è così. Abbiamo difficoltà a trovare un luogo dove recarci con i nostri amici o familiari, per consumare un pasto vicino al mare, con questo splendido panorama”.

L’interrogativo ovviamente è da girare all’amministrazione comunale anche se le risposte, almeno in parte, sono già note.

Per quanto riguarda i 3 chioschi andati a bando nei mesi scorsi, ritardi e lungaggini hanno impedito l’apertura entro l’estate 2024, grave pecca che ha inciso nell’offerta a reggini e turisti.

‘Nessun ritardo colpevole da parte dell’Amministrazione. Procedure amministrative rallentate per via di un ricorso al Tar che si è espresso da pochi giorni“, le parole dell’assessore comunale Marisa Lanucara nei giorni scorsi, anche se già l’assegnazione definitiva era avvenuta in gran ritardo, con gli imprenditori reggini vincitori del bando che avevano già affermato che tra lavori e riqualificazione sarebbe stato impossibile aprire entro la fine dell’estate, come poi è effettivamente avvenuto, a prescindere dai ricorsi al Tar.

Diverso invece il discorso inerente gli stabilimenti balneari. In questo caso, Reggio Calabria (alla pari di tutti gli stabilimenti balneari presenti in Italia) si è ritrovata all’interno dell’incredibile telenovela relativa alle concessioni e che si è protratta per diversi anni.

Finalmente, un mese fa, è arrivata la parola fine. Le concessioni ai balneari vengono prolungate fino al 2027, le gare dovranno essere bandite entro il giugno precedente e chi subentra dovrà pagare un indennizzo a chi lascia e assicurare la continuità occupazionale dei lavoratori.

In caso di “ragioni oggettive” che impediscono il completamento delle procedure di gara si prevede un ulteriore possibile slittamento fino al 31 marzo 2028.

In ogni caso, la durata delle nuove concessioni dovrà essere di almeno cinque anni e di non più di venti, “al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati”. Quanto alle gare, il termine ultimo è il 30 giugno 2027: entro questa data le concessioni balneari dovranno essere messe all’asta. 

Non ci sono più quindi le incertezze degli ultimi anni. Per l’estate 2025 e 2026 gli imprenditori degli stabilimenti balneari reggini saranno in possesso di una licenza, senza avere lo spettro (stesso discorso per l’amministrazione comunale) di possibili entrate a gamba tesa da parte dell’Unione Europea o di Tribunali amministrativi.

Considerato inoltre che nei prossimi mesi, si spera, le lungaggini relative ai 3 chioschi assegnati saranno risolte consentendo l’apertura degli stessi, la speranza è che per il 2025 l’amministrazione comunale possa “allargare” la stagione turistica. Negli ultimi giorni, il sindaco Falcomatà in più circostanze ha parlato di “destagionalizzazione dell’offerta turistica”, un concetto assolutamente condivisibile, specie per una città che vuole assecondare questo tipo di vocazione.

Concetto che però deve tramutarsi in atti concreti, offrendo ad esempio la possibilità (almeno) nei mesi di aprile, maggio, settembre e ottobre di avere un Lungomare con i lidi e i chioschi aperti, così da andare incontro alle naturali esigenze dei turisti.

Novità che senza dubbio incontrerebbe anche il favore degli imprenditori coinvolti, così da dare anche un impulso dal punto di vista economico ed occupazionale. La conferma di questa volontà è certificata dall’auspicio di un paio di imprenditori reggini titolari di licenze degli stabilimenti balneari, i quali ‘rilanciano’ e auspicano l’apertura degli stessi per tutto l’anno.

In questo caso il discorso si amplia, riguardando non solo l’amministrazione comunale ma anche il Demanio. A differenza degli stabilimenti, da Palazzo San Giorgio si è deciso intanto di dare un primo impulso: i chioschi affidati nei mesi scorsi infatti (ad oggi ancora chiusi), secondo quanto previsto dal bando dovranno rimanere aperti tutto l’anno.

Ad oggi, così non è per gli stabilimenti balneari, tutti chiusi da diversi giorni, tranne uno come già sottolineato. Così l’effetto paradosso è servito: da un lato uno splendido scenario rappresentato dallo Stretto, con diverse giornate quasi estive anche quando il calendario recita ottobre.

Dall’altro, la gradevole e confortante presenza in città di numerosi turisti, provenienti sia da altre città italiane che dall’estero. A mancare però…è la cosa più semplice: ovvero lidi e chioschi dove ospitarli.