Reggio, dentro l'aumento della Tari: le cause che hanno gonfiato la bolletta

In Consiglio comunale si litiga...i reggini pagano. Tra i motivi, l'aumento delle aliquote regionali. Scovati circa 3 mila evasori

L’aumento della tassa sui rifiuti a Reggio Calabria (anticipato la scorsa settimana su queste pagine) nelle ultime settimane ha surriscaldato la politica in riva allo Stretto. Alle critiche del consigliere comunale di opposizione Armando Neri, ha replicato il vice sindaco Paolo Brunetti. In sostanza, chi nell’ultimo lustro si è occupato di ambiente e rifiuti dentro Palazzo San Giorgio.

In consiglio comunale il botta e risposta è proseguito, mentre le divergenze non si interrompono una certezza è inamovibile: a pagare saranno, ancora una volta, i reggini. La tassa sui rifiuti, già alle stelle in questi anni, conosce così l’ennesimo aumento, a dispetto della promessa dell’amministrazione comunale di abbassare il tributo.

Ma quali sono i motivi, e di conseguenza le responsabilità, che hanno portato all’aumento della Tari? Qualche informazione importante in merito è possibile raccoglierla dalla “relazione illustrativa ai fini della validazione del Pef”, ovvero il Piano Economico Finanziario.

Questo documento offre una visione dettagliata e approfondita della pianificazione economica e finanziaria necessaria per la gestione efficace dei rifiuti solidi urbani, assicurando che il servizio sia sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.

Scopo della relazione è validare il Pef secondo le normative vigenti, garantendo la copertura dei costi e l’efficienza del servizio. Nel documento vengono analizzati i costi operativi e di investimento necessari per la gestione dei rifiuti. Si distinguono tra costi fissi e variabili, includendo spese per personale, attrezzature, manutenzione e smaltimento.

L’aumento della Tari è un’applicazione all’utenza del Pef, che rappresenta la copertura dei costi rendicontati dai gestori del Servizio Integrato dei Rifiuti Arera, l’autorità nazionale che regola anche il settore rifiuti e che ha previsto il riconoscimento di un’inflazione cumulata sui costi 2022 rendicontati dai gestori di del 4,5% e del 8,8%.

Pertanto solo per attualizzazione al 2024 di tali costi, l’incremento è stato del 13,3%. Inoltre, i costi dello smaltimento e trasporto dei rifiuti, comunicati dalla Regione Calabria per l’anno 2024, ha subito un notevole incremento, di circa 2 milioni e mezzo di euro.

Il Pef del 2024 però, rispetto al 2023, è aumentato del 5,81% quindi in maniera minore a quanto si poteva verificare: si è passati infatti dai 44 milioni del 2023 ai 46 milioni e mezzo del 2024.

L’incremento, minore rispetto ai costi rendicontati dai gestori, è stato ulteriormente ridotto al 3,5%, arrivando cosi a poco meno di 44 milioni di euro, che è il costo totale che deve essere poi spalmato sui cittadini. Importante in questo senso la ‘caccia’ agli evasori da parte dell’amministrazione comunale che ha permesso di scovare circa 3 mila evasori. La montagna da scalare però rimane ancora alta, considerato che secondo alcuni dati sono quasi il 50% i reggini che non pagano la Tari.

Il Comune di Reggio Calabria conta, al 31.12.2023, n. 169.795 abitanti (dato ISTAT) e n. 77.127 nuclei familiari, dato che conferma il trend di riduzione demografica nell’ultimo decennio.

Più precisamente, nel biennio 2022/24 , c’è stato un aumento di 2.818 contribuenti, 6.200 utenze domestiche e una diminuzione di 29 utenze non domestiche.

Come già riportato su queste pagine, sull’aumento della bolletta hanno influito anche le proroghe concesse a Teknoservice in attesa di passare alla gestione con Ecologia Oggi e le campagne di pulizia straordinaria (ad esempio a Mortara), costi che però influiscono in percentuali decisamente minori rispetto all’aumentato costo dei conferimenti e le aliquote regionali, come evidenziato dal vice sindaco Brunetti.