Reggio Calabria, arrestato boss latitante in fuga dal 2015
Capo della n’drina di Rizziconi era latitante dal 2015 ed era stato inserito nell’elenco del Ministero dell’interno dei latitanti più pericolosi
02 Agosto 2019 - 08:57 | comunicato stampa
Alle prime luci dell’alba, personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Reggio Calabria, supportato da personale del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine e della Squadra Mobile di Vibo Valentia, ha tratto in arresto in Santa Domenica di Ricati (VV) il latitante CREA Domenico, nato a Cinquefrondi (RC) il 4.5.1982, capo della consorteria mafiosa operante in Rizziconi e zone limitrofe, collegata ed imparentata con la potente famiglia Alvaro di Sinopoli, latitante dal 2015 quando venne colpito da misura cautelare per i reati di associazione mafiosa, estorsione ed altro a seguito di sentenza di condanna in primo grado a 15 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Palmi.
Da quella data il Domenico CREA è stato colpito da numerosi provvedimenti restrittivi per associazione mafiosa ed estorsione ed è stato condannato in via definitiva, il 4.4.2019, ad anni 21 di reclusione.
L’indagine volta alla cattura del latitante è stata avviata dalla Squadra Mobile oltre tre anni orsono con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo e sotto la direzione della Procura della Repubblica DDA di Reggio Calabria ed è stata intensificata a seguito della cattura del fratello di Domenico, Giuseppe, avvenuta ad opera della Squadra Mobile di Reggio Calabria il 29.01.2016, a seguito del quale Domenico CREA ha assunto il ruolo di capo indiscusso della consorteria criminale di Rizziconi.
Nella serata di ieri, a seguito di servizi di osservazione supportati da strumentazione tecnologica altamente sofisticata, si è avuta la certezza della presenza del latitante all’interno di una villetta in Santa Domenica dove è stato tratto in arresto nella prima mattinata odierna.
Il latitante era in compagnia della moglie e delle due figlie minori ed è stato trovato in possesso di 5.000 euro in contanti.
Al vaglio la posizione di due coniugi proprietari dell’immobile messo a disposizione della famiglia del latitante.