‘T. Minniti’, Veronese a Latella: ‘Salvo grazie a Falcomatà? Ecco i fatti che dimostrano l’inesistenza delle sue azioni’

Il sindacalista Veronese contesta le dichiarazioni di Latella rilasciate a Live Break: “E’ come quei bambini che raccontano bugie per apparire grandi”

Pista Aeroporto Tito Minniti Reggio Calabria (1)

“Il modus operandi di quest’Amministrazione comunale non cambia: decisioni che impattano sul tessuto economico locale senza prima intraprendere un dialogo con i diretti interessati. Così come in altre occasioni e sulla scorta di considerazioni deboli, il Sindaco Falcomatà inaugura un nuovo anno del suo mandato comunicando in un post che il mercato di Piazza del Popolo, principale mercato rionale della città, “non ha più motivo di esistere”.

Nella trasmissione, in diretta, di ieri sera su CityNow, il delegato allo sport e impianti sportivi al Comune di Reggio Calabria Giovanni Latella, dopo le solite chiacchiere della maggioranza Falcomatà a cui siamo abituati: “faremo, faremo, provvederemo, aggiusteremo…”, con il petto gonfio e la bocca piena, dichiara che:

“l’Aeroporto di Reggio Calabria è salvo grazie all’intervento del Sindaco Falcomatà, che ha mandato i libri in tribunale e successivamente ha finanziato con 3 milioni di euro lo scalo”.

Ora, noi che conosciamo Giovanni Latella, che incarna molto spesso il ruolo elastico e fiabesco di quei bambini che raccontano bugie per apparire grandi, non ci meravigliamo più di niente, ma questa frottola è veramente troppo. Perché Latella non solo sottrae al Presidente della Regione Mario Oliverio il ruolo di principale protagonista della salvezza dell’Aeroporto, ma si inventa fatti e somme inesistenti, evidenziando come unico protagonista il Sindaco Falcomatà. Ma noi che non abbiamo la verità in tasca, ma tanta voglia di fare una ricerca sul web, spulciando articoli e cifre, sentiamo la necessità di dare una breve verità con una cronistoria reale dei fatti e dei protagonisti.

Le prime denunce e il ruolo della Regione

Intanto, a denunciare e richiedere il fallimento della Sogas fu il Consigliere Regionale Aurelio Chizzoniti che, il 5 agosto 2014, da Presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio Regionale, chiede l’avvio della procedura di fallimento della Sogas. A motivare il provvedimento inviato dalla Regione alla Procura della Repubblica, Chizzoniti afferma che è “atto necessario, non apparendo ulteriormente tollerabili le cicliche, imponenti perdite di esercizio con il fisiologico abbattimento del capitale sociale da parte della Sogas, società di gestione dell’aeroporto di Reggio Calabria”.
PRIMA FROTTOLA SMASCHERATA DETTA DA LATELLA

Ora, arriviamo alle cifre inserite per salvare l’Aeroporto: a novembre del 2014 il Presidente della Regione Mario Oliverio si insedia e trova già i libri contabili della Sogas in tribunale. Il 23 settembre 2016 il Comune di Reggio Calabria non ricapitalizza il Gestore dinnanzi a un nuovo, considerevole, passivo negativo di bilancio, mettendo in crisi la gestione dello scalo. Il 24 ottobre 2016 il Tribunale di Reggio Calabria, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, dichiara il fallimento della Sogas (Società di gestione per l’Aeroporto dello Stretto s.p.a. in liquidazione). Sono stati concessi tre mesi di esercizio provvisorio sulla base della lettera di impegno della Provincia (Presidente Giuseppe Raffa), socio di maggioranza della s.p.a. Vengono nominati tre curatori dal tribunale.

Per impedire la chiusura dello scalo, il 20 novembre 2016, il Governatore Oliverio annuncia un investimento, attraverso la rimodulazione dei fondi comunitari, di ben 11 milioni di euro per garantire gli interventi necessari sull’aerostazione e sulla sicurezza, deliberando inoltre risorse per 940 mila euro, in collaborazione con i Commissari nominati dal Tribunale, al fine di garantire la gestione ordinaria dello scalo sino alla definizione della gara in corso presso l’Enac. Gara che poi ha portato alla gestione UNICA da parte della Sacal dei tre aeroporti calabresi. Ma delle somme finanziate dal Comune, non ci sono tracce.

veronese

Gli unici fondi comunali effettivi: 250 mila euro

Il 13 aprile 2017, il Sindaco della Città Metropolitana, Giuseppe Falcomatà, continuando l’attività iniziata dal suo predecessore, Giuseppe Raffa, approva con propria Delibera una variazione di Bilancio per un importo pari a 250 mila euro liquidati a favore della società di gestione, assicurando così il funzionamento del “Tito Minniti”. Ecco, questi sono i fatti che dimostrano la quasi inesistenza delle azioni di Falcomatà nel salvare l’Aeroporto, ma soprattutto di questi fantomatici “3 milioni” sparati da Latella.

Ma a un certo punto, in diretta nella trasmissione, su un mio commento che evidenzia i disastri nelle palestre delle scuole della città, dice che io sarei di parte. A dire il vero, questa volta ha ragione: il sottoscritto non ama stare nell’ipocrisia. Ma per dimostrare che non ci inventiamo niente sull’operato di Falcomatà relativo all’Aeroporto e sul destino dei suoi lavoratori, voglio citare la nota diffusa da Nino Costantino, segretario Filt.CGIL Calabria, il 13 gennaio 2020:

“Ancora una volta Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, ci appare confuso, apatico e soprattutto poco disponibile al confronto concreto col sindacato, rispondendo ai rilievi mossi. Comune e Città metropolitana non conoscono nulla del ‘proprio’ aeroporto, dei problemi che ci sono, delle difficoltà di queste ultime ore, quanto ancora si è assottigliato il numero dei passeggeri, da quanto tempo è scaduta la Naspi, eccetera”
evidenziando la mancata volontà politica di Falcomatà di acquisire da parte della Città Metropolitana un pacchetto azionario, per garantire una presenza in grado di determinare adeguate scelte dello scalo, il quale si è nascosto dietro un parere dei Revisori dei Conti che poteva essere superato seguendo le indicazioni fornite dallo stesso sindacato. Conclude Costantino nella nota:
“Tutto il resto è fuffa, virtualismo inconcludente, incapacità gestionale della Sacal e amministrativa della Città Metropolitana”.

Anche allora come oggi, i sindacalisti che evidenziano le criticità e l’incapacità gestionale di Falcomatà vengono considerati di parte. Gli antichi dicevano che la verità è scomoda.

L’appello finale al delegato Latella

Ritornando a Latella, ci aspettiamo un ritorno in trasmissione con atti e delibere che possano contrastare la nostra verità o formali scuse ai telespettatori e ai conduttori per le “fandonie” dette.