Reggina, Taibi: ‘Mi sento tradito. Per un anno si è parlato di società modello, trasparenza’

"La mia presenza è una delle condizioni per questo gruppo di imprenditori interessato"

Taibi Stadio 1

Dopo una lunga battaglia si è dovuto arrendere davanti al giudizio del Consiglio di Stato anche il Ds Massimo Taibi. Le sue considerazioni, la sua amarezza, ma anche la voglia e la necessità di ripartire:  “Ci credevamo tutti, pensavamo che ne uscissimo fuori. Abbiamo vissuti giorni intensi con situazioni belle e meno belle nei miei cinque anni vissuti alla Reggina. Vedere morire una squadra che qualche mese fa ha disputato i play off fa veramente male, c’è grande amarezza ma è necessario ripartire. Avvisaglie? Fino a gennaio sicuramente no. Poi partita la storia dell’omologa, il blocco sul calciomercato, qualcosa cominciava a non tornare, ma per una società che doveva gestire un debito importante ereditato da quella precedente, pensavo ci potesse stare. Strada facendo però ci sono stati atteggiamenti che ci hanno portato a pensare che qualcosa stesse cambiando, ma il mio pensiero andava verso un forte ridimensionamento, mai avrei immaginato una fine del genere. Dopo la sentenza al Consiglio di Stato non ho sentito nessuno della società e non intendo farlo, l’unico pensiero è quello di cercare una soluzione per ripartire. Mi sento tradito rispetto a tutto il lavoro che abbiamo fatto. Ho sentito parlare per un anno intero di società modello, trasparenza, mi servirà e ci servirà da lezione. 

La Reggina deve ripartire, tornare il prima possibile nei campionati che le competono per blasone, tradizione, tifoseria. Io sono stato avvicinato da un gruppo di imprenditori qualche mese fa, ma in quel momento pensavo solo ed esclusivamente alla serie B. I sindaci sanno chi sono, conoscono la forza economica e la loro serietà. Ne riparlerò adesso con loro per rendermi conto se ci sono i presupposti per ricominciare, la mia presenza è una delle condizioni per questo gruppo. Ma ripeto, la Reggina deve ripartire a prescindere da Taibi e se esiste un gruppo di imprenditori più forte ben venga, l’importante è ricominciare, basta approssimazione. Idee, soldi e non chiacchiere”.