Luca Gallo parla di tutto: ‘Reggina in serie A ed a quel punto, potrei anche morire…’

Il massimo dirigente della Reggina, torna sulla maglia con il Catanzaro, poi il S. Agata, l'amore per Reggio, l'affetto dei reggini

Luca Gallo Reggina

Una lunga ed interessante intervista quella rilasciata dal presidente Luca Gallo al collega di Gazzetta del Sud Ferdinando Ielasi. Tanti gli argomenti toccati dal suo insediamento ad oggi. Tra le tante curiosità, quella riguardante la necessità di arrivare subito in serie A “senza poter aspettare…”: “Ci tengo a chiarire questo discorso. Questi non sono discorsi legati ad aspetti economici, anche se le posso dire che per la Reggina ho speso tanto, senza guadagnare un solo euro. Ho rilevato questo club per una questione personale e farà di tutto per portarlo in serie A. Se riuscirò, spiegherò alla città il motivo che mi ha spinto a prendere la Reggina e chiarirò la questione del poco tempo a disposizione”.

Le sofferenze di inizio stagione e la maglia con il Catanzaro

“I primi mesi di questa stagione li ho vissuti malissimo, non pensavo si potesse soffrire così. Avevo finito con il non dormire e non mangiare, per fortuna adesso le cose stanno andando meglio. La maglietta con il Catanzaro? In quei gesti c’è molto di quel ragazzo che andava in Curva Sud a tifare Roma. Capisco le critiche di chi non ha gradito, meno chi sostiene che queste cose un presidente non le possa fare, magari quando ci sono presidenti che fanno cose peggiori. Non l’ho mai detto, ma quest’anno in una trasferta io ed il mio entourage siamo stati trattati malissimo anche con offese di tipo razzista”.

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L’orgoglio del S. Agata

Il mio orgoglio in questi due anni di presidenza si chiama S. Agata. Ogni volta che lo faccio visitare a qualcuno sono fiero di mostrare anche i dettagli, di mettere in risalto ciò che è stato fatto. Per il resto rifarei tutto, anche perchè sono uno che tende a sommergere qualsiasi momento amaro”.

L’amore per Reggio e la Reggina in serie A

“Amare Reggio è stato semplice, vista la valanga di affetto che ho ricevuto. Dai reggini c’è stato sin dal primo momento sostegno e vicinanza anche nei momenti complicati e questo non si dimentica. Il popolo reggino sa cosa significhi volere bene e questo è un dono che si trova raramente. Roma per me rappresenta una madre, la Reggina una moglie. Me se mi mette di fronte ad una scelta simile, tra la Champions ai giallorossi o la serie A alla Reggina, le rispondo senza pensarci un attimo, la Reggina in serie A. Se porto la Reggina in serie A ho raggiunto il massimo, a quel punto potrei anche morire…”