Reggina: Franco Iacopino si racconta. I suoi presidenti, gli allenatori, i ricordi

"Granillo il presidentissimo, Matacena il più sfortunato, Foti quello più abile"


Se dici Franco Iacopino, inevitabilmente associ la parola Reggina. Sono 42 gli anni vissuti al servizio della società amaranto, con la straordinaria capacità di ricoprire tantissimi ruoli. Si racconta al Corriere dello Sport a pochi giorni dalla sfida tra diversi suoi ex calciatori come il tecnico Alfredo Aglietti ed i due Ds Taibi e Giacchetta.

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I tanti presidenti della Reggina

“Tutti importanti, ma diversi, il primo non si dimentica mai ed è Oreste Granillo, conservo gelosamente le sue lettere. Un uomo di spessore, il presidentissimo per eccellenza, Reggio lo ricorda così. In seguito ce ne sono stati diversi, tutti con una grande passione per la Reggina come il Cavaliere Matacena, il più facoltoso e sfortunato, il Commendatore Ascioti, poi Diego Nava, presidente umile e Aldo Sgroj, la sua una presidenza breve. Ancora Pino Benedetto uomo acuto e perspicace, di una intelligenza superiore, a lui va il merito di avere realizzato il centro sportivo S. Agata ed infine Lillo Foti, il più abile e vincente”.

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Gli allenatori

Maestrelli, Segato, Regalia, Scoglio, Bigon, Scala, Bolchi, Colomba. Con tutti loro ho avuto un rapporto privilegiato, ma non posso dimenticare tutti gli altri. Ogni allenatore ha dato il proprio contributo alla Reggina“.

Il mondo Reggina ed i ricordi

“La Reggina è stata per tanti anni il mio mondo, non mi sono mai risparmiato, ho lavorato con tanta passione, senza stancarmi mai. Temo di aver sottratto del tempo alla mia famiglia, ma sono stato fortunato, ho una grande moglie. A casa a Reggio ho stendardi, gagliardetti, maglie, foto, coppe, una serie di volumi di statistica, volumi di giurisprudenza calcistica… il mio mondo. Il momento più triste in amaranto il 25 giugno del 1989 con lo spareggio perso contro la Cremonese a Pescara. C’erano 25.000 tifosi amaranto contro i 300-400 grigiorossi. Rabbia, scoramento, disperazione per un traguardo sfiorato. Quello più bello ovviamente la conquista della serie A a Torino dieci anni più tardi. Indimenticabile”.

 

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