Reggina, Cardona: ‘Il 20 giugno Saladini mi ha detto, squadra iscritta’

Il mancato pagamento: "Il commercialista della società mi ha detto: ci siamo presi questo rischio"

Cardona Conferenza

Un silenzio lunghissimo e la decisione di tornare a parlare qualche giorno dopo l’ultima bocciatura al Consiglio di Stato che ha deciso l’esclusione definitiva della Reggina dal professionismo. L’ex presidente della società amaranto Marcello Cardona ha incontrato i giornalisti al Circolo del Tennis “Rocco Polimeni“: “Intanto ringrazio il Circolo che mi ha ospitato, il presidente Privitera, il giornalista Tonino Raffa che ha aperto questa conferenza stampa. Prima di dare il via a questo incontro ci tengo a salutare tutti coloro che sono i dipendenti della Reggina, nessuno escluso. Detto questo quando mi sono dimesso il 20 giugno mi ero ripromesso di incontravi, ma non immaginavo che questo avvenisse carico di amarezza, rabbia, per voi, per me, per tutta la città. Fino ad oggi non ho parlato perchè il mio dire avrebbe potuto influire su tutto l’iter giudiziario sportivo e ordinario, sarebbe stato un assist per portare argomentazioni contro la Reggina, ma il mio silenzio non è servito a nulla. Ognuno di voi è libero di fare qualsiasi tipo di valutazione. Ho accettato di fare il presidente della Reggina gratuitamente, non avevo bisogno di visibilità.

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Il 20 giugno 2023 mi trovo a Milano per programmare la stagione 2023-24. Verso l’ora di pranzo vengo chiamato dalla proprietà alla quale dico di avere già un appuntamento sempre riguardante la Reggina. Mi convincono ad incontrarli e con toni trionfali mi riferiscono di avere provveduto all’iscrizione della società ma verrà ceduta. Nei giorni precedenti mi ero preoccupato di recuperare i fondi affinchè qusto avvenisse. Ne prendo atto, ma allo stesso tempo dico, vendete subito? Venerdi? Allora mi dimetto, non avevo più lo strumento tecnico-giuridico per continuare a fare il presidente. Mi sono dimesso io, non il consiglio di amministrazione come è stato detto, che poi questo sia avvenuto successivamente non lo so. Io stavo lavorando per la stagione successiva, insieme al segreterio generale avevamo dato mandato di individuare la località dove fare il ritiro.

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La sera incontro comunque queste due figure importantissime, non dico i nomi perchè sono impegnati adesso con altre società. Un dirigente tecnico di una grossissima squadra di serie A e l’altro una figura di altissimo livello. Ma sono stato costretto a comunicare ad entrambi la decisione della società che è quella della cessione. Dieci minuti prima della mezzanotte del 20 giugno ricevo una telefonata da una nostra consulente della società. Tutto fatto, tranne l’adempimento delle 757mila euro. Deve parlare con il maggiore azionista ed il suo consulente. Cosa è questa storia? La mattina con uno stato d’animo che non sto qui a raccontarvi, il commercialista mi dice testualmente: ci siamo assunti questi rischio. Ho lasciato la Reggina per queste due ragioni e nessuno mi può associare a queste scellerate scelte. Mi hanno girato tantissimi commenti contro la mia onorabilità, comprendo la rabbia dei tifosi, ma questa è la verità. Nessuno mi ha chiamato dopo le dimissioni o chiesto di restare, le Istituzioni, la proprietà, i tifosi, la stampa. Nessuno mi ha chiesto un cazzo. Da oggi la mia posizione deve essere chiara. Desidero ringraziare l’unico politico che nel periodo delle interlocuzioni con le istituzioni sportive e politiche ci è stato a fianco e cioè il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

Avevamo contattato insieme al dottore Tramontana un imprenditore reggino per coinvolgerlo nel nuovo progetto Reggina. Stavamo costruendo la società del futuro, insieme al professor Geria che ho mandato in Africa, Francia, Polonia per reperire giovani da inserire nel nostro progetto. Era lui il perno principale, ho fatto stracciare un contratto per portarlo nuovamente al S. Agata. Chiamatelo, vi dirà le stesse cose. Io ho mollato perchè la proprietà aveva sconfessato tutto quello che era il programma iniziale, questo è anche il motivo per il quale ho mollato. Insieme a questi ci sono anche motivi indiretti che racconteremo un’altra volta.