Reggina, Bianchi: ‘Voglio chiarire con i tifosi. Non vi ho mai zittiti’. E spiega cosa è successo
"Il mio ricordo più forte? Il gol al Messina dopo l'infortunio"
23 Aprile 2020 - 21:51 | redazione
Un idolo della tifoseria amaranto in quella straordinaria stagione del meno undici, poi qualche screzio tra le parti che ne ha leggermente incrinato i rapporti. Ha parlato degli amaranto ospite di “Vai Reggina” l’ex attaccante Rolando Bianchi: “Sono nato atleta, mi piace allenarmi anche adesso che non gioco più. Mi alzo presto la mattina e mi alleno costantemente, lo facevo con grande passione quando ero in attività, lo faccio anche ora.
Mi piacerebbe provare le esperienze da allenatore ed in un futuro anche il dirigente. Mi piace conoscere il mondo del calcio a 360 gradi, potrebbe essere un vantaggio, dopo aver fatto il calciatore.
La mentalità della fatica mi appartiene ed allora se devo scegliere un allenatore dico Conte, mentre per la gestione sicuramente Ancelotti e l’idea di gioco di Gasperini.
Che bello rivedere quei gol con la Reggina. E’ stata un’annata irripetibile, avevamo una squadra di grandi uomini, gruppo eccezionale e che ha lavorato con grande entusiasmo. Unico. Con Amoruso ci parlavamo prima della partita, durante mai perchè ci capivamo con lo sguardo.
Quando siamo arrivati a quota zero dopo la penalizzazione, ci siamo resi conto che eravamo a pochi punti dalla salvezza, tutti eravamo convinti di poterci salvare. Battagliavamo e volevamo vincere anche durante le partitelle in allenamento e quello è stato un grande segnale.
A livello personale il mio ricordo più forte è segnato da quel gol contro il Messina dopo un lungo infortunio che poteva segnare la mia carriera e poi la sfida con l’Empoli quando si era sotto di tre gol e quel pareggio finale ci ha consentito di arrivare a quella miracolosa salvezza.
Il presidente Foti mi propose un premio per gli assist, ma io risposi che quello che mi interessava erano i gol. Sicuramente lo ha fatto per darmi ulteriori stimoli.
Due cose voglio chiarire. La prima sull’esultanza. Era un momento complicato a Torino con pressioni particolari, non ho mai zittito i tifosi della Reggina, ma sono tra quelli che ritiene di dover esultare sempre quando segna, anzi la mancanza di rispetto e non farlo. Poi l’incontro con Taibi. Ho manifestato le mie perplessità riguardo le condizioni di squadra che non ritenevo competitiva per quello che volevo fare io e quindi non bruciare tutto quello che avevo fatto di buono in quella città. Tutto qui.
Come se fosse ieri ricordo la festa della salvezza raggiunta. Reggio è una piazza pazzesca, il Granillo era emozionante”.