Referendum giustizia, Saccomanno (Lega): ‘La Calabria merita un salto di qualità’

4 milioni di firme per il referendum giustizia, secondo il Commissario della Lega Calabria dimostrano "l'intuizione di Matteo Salvini"

Referendum Giustizia Lega Gazebo 1

“Il risultato della raccolta delle firme per i referendum sulla giustizia ha comprovato di come gli italiani oramai hanno ben compreso di come il sistema giudiziario non funzioni e di come sia uno degli elementi fondamentali per il corretto funzionamento di uno Stato democratico”.

Sono le parole di Giacomo Saccomanno, Commissario regionale della Lega in Calabria a proposito della petizione che ha visto protagoniste tantissime piazze delle città d’Italia negli ultimi mesi.

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Il referendum giustizia

“Le ultime vicende hanno dimostrato la esistenza di un sistema quasi “partitico” all’interno della magistratura che ha condizionato per oltre un ventennio la copertura dei posti più importanti e di come sia stata fatta politica da parte di un gruppo di soggetti che hanno ben pensato di condizionare fortemente e profondamente il regolare corso delle nomine. Un prezzo pericolosissimo che ha quasi reso permeabile il giudizio di chi è stato nominato grazie ad interventi di corrente.

I referendum serviranno, grazie all’intuizione dei radicali e di Matteo Salvini, a rompere questo strano ed anomalo monopolio che ha delegittimato i magistrati e che ha reso poco credibile l’intero sistema. Dispiace che dinanzi a questa evidente e comprovata situazione nessuno ha assunto alcun provvedimento. A ruoli invertiti, molto probabilmente, sarebbero scattate le manette per corruzione o altro. Invece, per i magistrati nulla di ciò. È uno Stato credibile? Certamente no. Ora, però, bisogna stare attenti a chi gestirà i referendum e come questi verranno attuati”.

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Il ruolo della Calabria

“Il pericolo è che si faccia la fine dell’attuale legge sulla responsabilità che è come se non esistesse! Allora occhi aperti. La Lega sarà vigile e non consentirà annacquamenti. Chi sbaglia deve pagare. Specialmente in Calabria ove si registrano provvedimenti eclatanti e che spesso vengono a limitare la libertà e la dignità delle persone. È vero che la radicalizzazione del malaffare nella nostra regione ha punte altissime e, quindi, riuscire ad eliminare “l’erba impura” non è facile. Ma, forse se si comincia a far comprendere ad una piccola schiera di magistrati che bisogna lavorare per portare il risultato e non, certamente, per essere nelle prime pagine dei giornali, la situazione potrà migliorare. Non è un compito facile, ma la Calabria merita un salto di qualità anche in tale direzione, con l’evidente necessità di una grande collaborazione tra le istituzioni e la consapevolezza che il malaffare deve essere colpito ed affondato, senza se e senza ma, con la partecipazione di tutti”.