Referendum Autonomia, raggiunte 500 mila firme: 'Incredibile quello che sta accadendo'

Per Conte "un segnale potentissimo". Il comitato promotore, però, non ha intenzione di fermarsi a quota 500 mila. Cosa succede adesso

Sono state raggiunte le 500mila firme per il referendum contro l’autonomia differenziata.

“È incredibile quello che sta accadendo per la raccolta firme che vuole fermare l’autonomia differenziata, 350 mila firme in pochissimi giorni. Questo vuol dire che molto probabilmente nelle prossime 36 ore raggiungeremo il quorum e quindi la soglia delle 500mila firme”.

Aveva dichiarato solo ieri il deputato di AVS e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

Adesso il dato sembra essere ufficiale e le dichiarazioni dei leader nazionali rimbalzano sui social. Adesso, con il raggiungimento dei 500 mila contrassegni sull’ammissibilità del quesito si dovrà esprimere la Corte costituzionale.

“Una valanga di persone sta facendo sentire la propria voce e si è già impegnata a firmare, a riprova che c’è una fortissima volontà popolare di bloccare questo spacca-Italia che divide il Paese in due e crea disuguaglianze sociali”. Lo afferma in una nota il deputato di AVS e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

“Sono un traguardo davvero importante, ma non ci fermeremo qui”, ha dichiarato invece la segretaria del Pd, Elly Schlein.

“Siamo riusciti ad unire un largo schieramento che ha visto insieme partiti, forze sociali ed associazioni che si sono mobilitati e organizzati contro una legge che spacca l’Italia. Si tratta di un risultato politico importante e non scontato – ha aggiunto la leader dem – Il Paese è convinto che quella legge sia sbagliata e pericolosa e la nostra battaglia continuerà con tutte le persone che si sono già mobilitate e che continueranno a farlo nelle nostre feste, nelle strade e nelle piazze. A loro va il nostro più sentito ringraziamento. Un’alternativa a questa destra è possibile e noi la stiamo costruendo, insieme”.

Di “segnale potentissimo” parla Giuseppe Conte sui social.

“Una grande ondata di partecipazione che ci ha portato alle 500mila firme in pochissimi giorni contro la legge sull’autonomia differenziata – scrive il leader M5S – I cittadini non si fanno ingannare e stanno aderendo in massa all’appello per l’abrogazione. Non vogliono vivere in un’Italia divisa, frammentata in tante regioni e in tutte le materie, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti al commercio. Hanno compreso che ci rimetteremmo tutti, nessuno escluso. Non ci fermeremo qui, è solo l’inizio”.

“Come previsto, tra firme cartacee e firme digitali è stato di fatto raggiunto già entro metà settimana il quorum per il quesito del referendum che abroga l’autonomia differenziata”, dice Riccardo Magi, segretario di +Europa.

“Non nascondo un pizzico di orgoglio per aver contribuito, con la piattaforma pubblica e gratuita per la raccolta delle sottoscrizioni, al raggiungimento di questo risultato. Ma ciò che conta è il dato politico: in 10 giorni mezzo milione di italiani ha già detto no all’autonomia differenziata. Un successo incredibile che è solo l’antipasto della batosta che aspetta Giorgia Meloni quando i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi su questa riforma”, conclude il deputato.

Cosa succede se vince «sì»?

La legge Calderoli viene cancellata e si torna punto e a capo. Ovvero all’articolo 116 terzo comma che non prevede una «legge cornice» o «legge d’attuazione». Quindi una regione come il Veneto potrebbe tornare alla carica chiedendo direttamente l’Intesa allo Stato, a quel punto senza vincoli su fondi perequativi o Lep (livelli essenziali delle prestazioni) introdotti proprio dalla norma ormai abrogata.

Cosa succede se vince il «no»?

La norma rimane in vigore e si torna a seguire l’iter, decisamente articolato, fissato dalla norma stessa. Ovvero, sulle 23 materie richiedibili, solo 9 sono state definite come non «leppizzabili» e quindi immediatamente richiedibili. Per le altre 14, invece, si dovrà attendere giugno 2026 quando, in accordo con le scadenze del Pnrr, la Commissione tecnica fabbisogni standard (Ctfs) dovrà aver terminato la quantificazione dei Lep collegati in primis al federalismo fiscale (agganciato al Pnrr, appunto) e poi utilizzabili anche per la partita dell’Autonomia differenziata.