Uccisa da cani randagi in Calabria, OIPA: ‘Colpa delle amministrazioni inadempienti’
E' stata sbranata dai cani randagi in un bosco durante una gita insieme ad alcuni amici che hanno trovato riparo in una baita salvandosi
27 Agosto 2021 - 10:21 | Redazione
E’ stata uccisa da un branco di cani. Il tragico episodio è avvenuto a Satriano nel Catanzarese e la vittima è la ventenne Simona Cavallaro, aggredita e sbranata dai cani durante un sopralluogo in una area pic-nic.
Simona si trovava insieme al fidanzato ed improvvisamente sono stati aggrediti da un branco di cani randagi.
Il ragazzo è riuscito a scappare e a rifugiarsi in un casolare. Simona, invece, è stata raggiunta dai cani che l’hanno sbranata. La giovane è morta sul posto per le gravi ferite riportate.picnic in una pineta.
MUORE AGGREDITA DAI CANI, OIPA: ‘COLPA DELLE AMMINISTRAZIONI’
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), appreso con sconcerto che una ragazza di 20 anni è stata sbranata da un branco di cani randagi a Satriano, in provincia di Catanzaro, punta il dito sulle Amministrazioni inadempienti in materia di randagismo e sulla cronica mancanza di fondi necessari a gestirlo.
«Il randagismo non si crea da sé: questa piaga sociale, molto grave in Italia e soprattutto nel Meridione, è determinata dagli scellerati abbandoni e dalle Amministrazioni locali che troppo spesso girano la testa dall’altra parte, invece di sterilizzare, accogliere e promuovere le adozioni», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
Che in Calabria la Regione, le Aziende sanitarie e i Comuni non abbiano mai preso sul serio la questione randagismo è testimoniata, tra l’altro, dalla mancata comunicazione al Ministero della Salute dei dati sul randagismo 2020 che ogni anno Regioni e Province autonome trasmettono al Dicastero. Calabria e Sicilia non hanno trasmesso alcun dato riguardante il 2020.
Le Regioni sono tenute, sentite le associazioni che operano in ambito regionale, ad adottare un programma di prevenzione del randagismo, ma i fondi non sono mai sufficienti a lenire questa grave piaga sociale.
Come riconosce il Ministero della Salute, “negli ultimi venti anni in Italia sono state emanate diverse norme per la tutela degli animali da affezione e la lotta al randagismo. Tuttavia l’attività ispettiva e il monitoraggio effettuati sul territorio hanno messo in evidenza molte criticità sull’applicazione delle disposizioni vigenti”.
«I cani abbandonati sono sempre tanti e, laddove le campagne di sterilizzazione sono lacunose, le molte femmine vaganti partoriscono cuccioli che, quando non muoiono di stenti, di malattia o d’incidente, diventando adulti alimentano la popolazione di randagi», continua Comparotto.
Ecco allora che sono le associazioni a dover tappare i buchi dei responsabili con propri fondi alimentati dalle donazioni di privati.
Nel 2020 l’Oipa ha dato in adozione 3.586 animali (3.105 nel 2019) ne ha soccorsi e curati 3.672 – 1.503 cani, 1.773 gatti e 396 di altre specie – (3.272 nel 2019) e raccolti 31.290 chili di cibo, secco e umido, (24.098 nel 2019).