Falcomatà, ultima chance di riscatto. Possibile il rientro anticipato, ma nulla è scontato

Falcomatà è fiducioso di rientrare a Palazzo San giorgio prima dell'estate. Ma nulla è scontato e i tempi non sono brevi. C'è poi una possibilità che sarebbe fatale

Giuseppe Falcomatà

Ultima carta per Giuseppe Falcomatà.

Il sindaco sospeso ha ancora una possibilità per dimostrare la propria innocenza, proclamata sin dall’inizio in merito al tanto discusso processo Miramare che ha portato alla condanna di Falcomatà e buona parte della sua prima giunta.

Rientro Falcomatà, attese le motivazioni della sentenza

Il processo in appello è terminato con la conferma della sentenza di condanna di primo grado ed una rideterminazione della pena (sospesa) a un anno di reclusione.

Si attendono adesso le motivazioni della sentenza (previsto il deposito per l’8 marzo) ed entro i successivi 45 giorni i legali avranno tempo per depositare il ricorso in Corte di Cassazione. Sarà l’ultima possibilità appunto, quella del terzo grado di giudizio, per ribaltare la decisione del 9 novembre 2022 e per mettere nuovamente in discussione il reato contestatogli di abuso d’ufficio.

Da quel 9 novembre è scattato il countdown dei 12 mesi di sospensione, con possibili ed ipotetiche varianti di rientro a Palazzo San Giorgio tra effetti della legge Severino, prescrizione del reato e rivisitazione dell’abuso d’ufficio.

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Falcomatà non si arrende e tenta il rientro anticipato

Falcomatà in questi mesi ha mantenuto un profilo basso. Pochissime le sue apparizioni in città, pochi e di scarso successo i post su FB (7 in 4 mesi) con qualche sporadica presenza ad incontri di partito. Ma ultimamente Falcomatà è tornato in più di un’occasione a farsi vedere, partecipando in modo più esposto e con più costanza ai vari eventi in città.

Presente in prima fila anche all’incontro della candidata a segretario del Partito Democratico Elly Schlein al Cineteatro Metropolitano.

Nonostante la condanna Miramare confermata in appello, il nuovo avviso di garanzia sulla mancata costituzione di parte civile del Comune nel processo Miramare, con un secondo processo a suo carico per abuso d’ufficio dietro l’angolo, il sindaco Falcomatà, come noto, di dimettersi e di mollare la presa non ne ha la minima intenzione.

Al contrario di quello che l’opposizione si augura, Falcomatà tenta il rientro anticipato a Palazzo San Giorgio e nel suo immaginario, il ritorno sarebbe addirittura prima dell’estate 2023.

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Ricorso in Cassazione, ultima chance e rischio inamissibilità

Ma torniamo alla famosa ultima carta.

Il sindaco spera nella prescrizione del reato abuso di ufficio che avviene entro termine massimo o comunque non superiore a sette anni e mezzo. E dato che la famosa delibera contestata è del 16 luglio 2015, in linea teorica la prescrizione sarebbe dovuta arrivare il 16 gennaio 2023. Tuttavia ci sono state diverse interruzioni del processo, con sospensione dei termini della prescrizione e quindi i tempi si sono allungati di qualche mese.

La prescrizione però come noto non è automatica ed il reato deve essere dichiarato prescritto solo a seguito del ricorso in Corte di Cassazione ritenuto ammissibile. Fissata l’udienza, la Corte eventualmente dichiarerà l’avvenuta prescrizione che avrà come naturale conseguenza l’estinzione di tutti gli effetti della legge Severino.

Per poter immaginare un rientro anticipato quindi Falcomatà deve sperare in un ricorso ritenuto ammissibile per poi rimanere in attesa della prima udienza in cui i giudici dovrebbero dichiarare la prescrizione del reato. In questo caso il sindaco potrà rientrare a Palazzo San Giorgio.

C’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione ed una possibilità che sarebbe fatale. E non solo per Falcomatà. Nell’ipotesi in cui la Corte di Cassazione decida di dichiarare subito il ricorso inammissibile, a quel punto, il sindaco decade e la città precipiterebbe nuovamente nell’incubo di un futuro commissariamento.

Stesso scenario nel caso in cui il ricorso viene dichiarato inizialmente ammissibile e successivamente inammissibile. A quel punto rimane la condanna in appello ed è come se il ricorso non fosse mai stato presentato.

Il futuro del sindaco sospeso Falcomatà rimane dunque incerto, troppe le variabili per poter prevedere i tempi di un suo eventuale rientro.