Consiglio comunale, Minicuci denuncia: ‘Non ho avuto le carte’. Neri a muso duro: ‘Sei sempre assente’
Batti e ribatti tra il capo dell’opposizione e il presidente della I Commissione. Protesta in aula del centrodestra
20 Novembre 2020 - 22:43 | di Claudio Labate
Con 18 voti favorevoli, 9 contrari (Centrodestra + Filomena Iatì) e 1 astenuto (Saverio Pazzano) il Consiglio comunale ha approvato il Bilancio di previsione 2020/2022 e il Documento unico di programmazione che contiene gli indirizzi strategici ed operativi dell’ente e dei relativi organismi strumentali. E se ad inizio seduta si è preso atto della costituzione delle Commissioni consiliari permanenti, alla fine del Consiglio si è proceduto all’approvazione di una mozione a firma Saverio Pazzano che impegna il sindaco ad assumere iniziative presso la Regione per il ricalcolo delle tariffe dell’idrico.
La protesta
Il tutto al termine di un dibattito andato avanti per più di 4 ore, in cui il capo dell’opposizione Nino Minicuci ha posto una questione pregiudiziale e sospensiva denunciando le condizioni in cui si è arrivati al Consiglio comunale e chiedendone un rinvio per poter meglio consultare l’incartamento del previsionale.
Non prima però di aver dato l’opportunità al centrodestra di mettere in scena una protesta silenziosa con tanto di cartelli appariscenti che mettono in dubbio l’efficacia del secondo tempo chiesto agli elettori dal sindaco Falcomatà. Sul banco degli imputati, neanche a dirlo, il Partito democratico e lo stesso Falcomatà che non avrebbe ancora mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale circa la risoluzione della crisi dei rifiuti, l’asfalto delle strade, la riduzione dei tributi e la risoluzione della crisi idrica.
Sarà il presidente del Consiglio Enzo Marra a rimettere ordine in aula, chiedendo l’intervento della Polizia municipale per mettere fine alla protesta. I consiglieri però lo anticipano e mettono via i cartelli.
Minicuci contrariato ma… assenteista
La seduta, apertasi con 30 presenti, ha visto un lungo preliminare segnato dalla questione pregiudiziale e sospensiva posta da Minicuci, preceduta da un’altra osservazione:
“Non ci sono democrazia e trasparenza in questo palazzo. Per una serie di motivi ci ritroviamo a lavorare senza l’applicazione dell’art. 13 del regolamento che prevede che ogni gruppo debba avere una stanza e del personale adeguato”.
Vecchia storia, questa, superata subito dalla denuncia del capo dell’opposizione che non rinuncia alla propria battaglia per vedere riconosciute le prerogative dei consiglieri comunali:
“Non vengono date tutte le carte necessarie ai consiglieri per svolgere il loro ius ad ufficium. Quando è stata insediata la prima commissione ho chiesto al presidente se quelle che avevo erano tutte le carte, e mi ha detto che mi sarebbero state date. Gli atti a me non sono stati dati. Il Consiglio oggi non si può tenere, perché è stato leso il mio ius ad ufficium”.
Da qui la richiesta di un rinvio di tre giorni per leggere gli atti, altrimenti, annuncia, impugnerà la delibera che sarà approvata.
Alla replica ci pensa Armando Neri, presidente della Prima Commissione, che si occupa di Bilancio che ha assicurato l’invio dei documenti a tutti i colleghi:
“Altro che trasparenza, gli atti sono stati resi perfettamente disponibili a tutti i consiglieri, telematicamente. L’ufficio ha dato comunicazione che se si voleva la copia cartacea, la stessa era disponibile. Quindi tutti abbiamo avuto il tempo di conoscerli, studiarli, e discuterli come abbiamo poi fatto nell’arco delle varie sedute della Commissione bilancio. Rammarica veramente questa sua costatazione perché nonostante la commissione si sia riunita per tutta la settimana in seduta mattutina e pomeridiana, per sentire tutti i settori, tutti gli assessori , i dirigenti per consentire di avviare discussione costruttiva sul Bilancio coi consiglieri, lei è venuto purtroppo solo alla seduta d’insediamento. Per cui non abbiamo avuto la possibilità di ascoltare le sue valutazioni, il suo apporto in termini di esperienza”.
Minicuci accusato in qualche modo di non stare dicendo la verità, sbotta:
“Non sono bugiardo. Ho detto che avevo fatto riferimento al presidente del consiglio. Stamattina ho verificato con gli uffici e quelle carte per un mero disguido non mi sono state mandate”.
La proposta di rinvio del Consiglio è bocciata dell’aula con 16 voti contrari, 9 favorevoli, e l’astensione di Pazzano, Iatì e Marra.