Miramare, la difesa di Falcomatà e Neri: ‘Vantaggio economico per Zagarella? Tutto indimostrato’
Intervenuto durante la discussione a difesa di Falcomatà, anche il prof. Cerulli Irelli della Sapienza di Roma, ex deputato
12 Novembre 2021 - 17:17 | di Vincenzo Comi
Ultima udienza del processo Miramare, a sette giorni dalla sentenza che, ormai cosa certa, arriverà il 19 novembre. Protagonisti i legali degli imputati principali (avv. Marco Panella, avv. Sergio Laganà, avv. Ettore Squillace, avv. Vincenzo Galeota e avv. Andrea Alvaro) che si sono spesi in una lunga discussione in quelle che sono state le tesi a favore dei propri assistiti.
All’interno dell’aula bunker di viale Calabria di Reggio Calabria presenti gli imputati Giuseppe Falcomatá, Armando Neri, Antonino Zimbalatti e Paolo Zagarella.
Come noto il processo vede imputati tutti i componenti della prima Giunta Falcomatà classe 2015. Al centro del processo, l’affidamento del Miramare, uno dei ‘gioielli di famiglia’, all’imprenditore Paolo Zagarella, ritenuto dall’accusa amico del primo cittadino. Il Comune di Reggio aveva assegnato la gestione all’imprenditore dopo che quest’ultimo, durante la campagna elettorale del 2014, aveva concesso in forma gratuita i suoi locali per la segreteria di Falcomatà. Sempre secondo l’accusa sindaco e assessori avrebbero violato “i principi di imparzialità, trasparenza e buona amministrazione”.
La difesa si gioca la ‘carta’ Cerulli Irelli’: ‘Caso di amministrazione condivisa. Nessun vantaggio economico per Zagarella’
A prendere la parola, questa mattina, primo fra tutti, è stato l’avv. Vincenzo Cerulli Irelli, prof. di diritto amministrativo all’università La Sapienza di Roma, esperto in materia amministrativa, nonchè deputato al Parlamento dal 1996 al 2001 che, per conto del sindaco Falcomatà, ha dato inizio alla difesa.
Dopo aver riepilogato i fatti il prof. Cerulli Irelli ha evidenziato che:
‘Si è vero che ci sono dei contatti tra Zagarella e Falcomatá e ci sono stati alcuni sopralluoghi al Miramare. Questo è vero ed è normale. Ricordiamo che stiamo parlando non dell’intero Miramare ma solo di un salone e di una terrazza, si tratta di una proposta di utilizzo temporanea fatta da un’associazione senza fini di lucro per un totale di tre mesi previo rifacimento di alcuni lavori interni. Il Comune ha preso poi in considerazione e favorevolmente la proposta in attesa di un successivo bando affidato ad altri. Da quella delibera successivamente però non avviene assolutamente nulla”.
Il professore Cerulli Irelli, ordinario di diritto amministrativo evidenzia poi il profilo giuridico della questione:
“Ma andiamo oltre i fatti e analizziamo il profilo giuridico. Stiamo parlando di un caso di amministrazione condivisa che c’è sempre stato e adesso si va enormemente diffondendo nelle pubbliche amministrazioni. Parliamo di casi di collaborazione tra amministrazione e privati che si attivano senza scopi di lucro per un interesse pubblico. In questo caso l’amministrazione esamina la richiesta di Zagarella, la prende in considerazione e avvia l’attività di collaborazione tra il pubblico e il privato. Siamo dunque completamente al di fuori della logica del mercato. L’amministrazione ha accolto la proposta in una chiave di esclusiva collaborazione. Ma quali sarebbero poi gli addebiti che si fanno al sindaco? Di avere prodotto un ingiusto vantaggio a favore di Zagarella. L’associazione si è caricata di fare i lavori all’interno del Miramare, cosa avrebbe dovuto guadagnarci? Semmai ci avrebbe rimesso un pò di soldi…”.
Il prof. Cerulli chiede infine l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Neri e Falcomatà si difendono, l’avv. Panella: ‘Siamo nel campo dell’indimostrato e della ‘potenzialità’
Segue l’intervento dell’avv. Panella, legale del primo cittadino Giuseppe Falcomatá e di Armando Neri che esordisce con una frase ad effetto:
“Le fiabe non servono per raccontare ai bambini che i draghi esistono, i bambini sanno già che i draghi esistono. Servono invece per far capire ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. Il mio auspicio è quello di riuscire con parole semplici, così come nelle fiabe, a convincervi come i punti critici del processo possano essere superati in senso favorevole alla difesa e quindi in senso favorevole ad una sentenza di assoluzione per tutti i reati contestati”.
L’avv. Panella interviene nell’interesse dell’avv. Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio e dell’avv. Armando Neri, un tempo assessore della prima giunta Falcomatà.
“Partiamo dal capo di imputazione. Falcomatà e Neri sono accusati di aver violato i doveri di imparzialità, trasparenza e buona amministrazione. Questa la tesi dell’accusa. Dobbiamo precisare come stiamo parlando però solo di una terrazza e di un salone e non dell’intero Miramare. Questo è un grosso equivoco di tutta la vicenda. Non possiamo essere d’accordo con il pubblico ministero nella tesi secondo cui veniva affidato un bene di 15 milioni di euro perchè oggetto dell’attribuzione era solo una parte minima dell’immobile. L’accusa parla di possibilità di sfruttamento di un immobile di grande valore. Ma qui parliamo di un salone e di un terrazzo e siamo nel campo dell’indimostrato e della potenzialità. Qui è tutto indimostrato – continua l’avv. Panella – Non c’era alcun vantaggio economico per l’associazione il sottoscala e questo è il motivo per cui il sindaco non si è astenuto durante l’approvazione della delibera. Ci stiamo muovendo all’interno di una delibera senza fini di lucro. Mi sembra che ci stiamo addentrando nel campo della potenzialità e la Corte di Cassazione ci dice che il vantaggio patrimoniale deve essere reale e non può essere ipotetico come afferma il pubblico ministero. Non si può parlare di un vantaggio patrimoniale o suscettibile di una concreta valutazione economica. Le ipotesi prospettate dal PM vagano sempre nell’ambito della ‘possibilità’”.
La difesa: ‘Chiaro il fine pubblico nell’affidamento del Miramare’
“L’amministrazione ha perseguito sin dall’inizio del suo insediamento l’intento di restituire il Miramare alla sua fruibilità e alla città. Di questo vi è traccia nel procedimento, lo dice addirittura il teste, tutt’altro amico di Falcomatà, Enzo Vacalebre che ha affermato tale tesi. Il fine pubblico è dimostrato dal coinvolgimento di un’associazione senza fine di lucro come ‘Il sottoscala’.
Il whatsapp della Marcianò del 27 luglio 2015, cavallo di battaglia dell’accusa
L’avvocato Marco Panella evidenzia infine un aspetto, riguardante il messaggino di Angela Marcianò inviato il 27 luglio 2015 che, secondo l’accusa, costituirebbe il ‘dolo’:
“Il pubblico ministero ci dice che questo messaggio è indicatore del dolo. Ma che cosa succede tra il 16 luglio, giorno della delibera e il 27 luglio? Accade che la dott.ssa Angela Marcianò si consulta con una serie di suoi consulenti e probabilmente con alcuni consiglieri dell’opposizione e viene erroneamente convinta circa la sussistenza di un reato. Dal 16 luglio in poi non vi è alcun messaggio di astio nei confronti di Neri e Falcomatá. Ha avuto delle suggestioni circa il fatto di aver commesso un reato e il 27 luglio affronta il sindaco con quell’ormai noto messaggio”.
L’avv. Marco Panella conclude con l’affondo alla Marcianò anticipando la volontà di trasmettere gli atti per falsa testimonianza alla procura nei confronti di due testimoni della dott.ssa Marcianò:
“La dott.ssa Marcianò ha preso in giro la Procura della Repubblica nonché tutti noi. La Marcianò ci ha preso in giro talmente tanto che il tribunale non l’ha voluta nemmeno più sentire. Ha mentito sull’incontro con i dipendenti, ha mentito ancora sul significato di un suo messaggio nella chat di giunta in relazione ad un volantino dell’opposizione. Ha mentito sulla conferenza stampa dicendo di non essere stata presente. La Marciano ha dato nel corso del procedimento una serie di riposte illogiche”.