Processo Miramare, la Marcianò non molla: ‘La verità ha il brutto vizio di emergere sempre’
L’ex assessore mette a confronto la sua deposizione con quella dell’ex dirigente Spanò: “Coincidente con quella sostenuta solo da me’
28 Maggio 2021 - 19:53 | di Claudio Labate
“Si chiama verità (ed anche se in ritardo e un pezzetto per volta) ha il brutto vizio e la lodevole virtù di emergere sempre”.
Si aggiudica un altro set l’ex assessore ai Lavori pubblici della prima giunta Falcomatà, Angela Marcianò, che sta seguendo al pari dei reggini, e con spasmodica attenzione, gli esiti del processo che si sta svolgendo nell’aula bunker di Viale Calabria, sull’affaire Miramare.
Non c’è udienza del processo ordinario che passi sotto il naso della già candidata a sindaco, desiderosa di dimostrare la veridicità delle affermazioni da lei rese davanti al pm Walter Ignazitto, e messe in dubbio da alcuni ex colleghi della giunta che è finita sotto processo.
Ieri era il turno di Maria Luisa Spanò, l’ex dirigente comunale che figura tra gli imputati (assieme al sindaco Giuseppe Falcomatà, l’allora vicesindaco Armando Neri, l’esecutivo dell’epoca e l’ormai ex segretario generale del Comune Giovanna Acquaviva) con l’accusa di falso e abuso in atti di ufficio in relazione all’ormai celeberrima assegnazione diretta dell’Hotel Miramare all’associazione Il Sottoscala di Paolo Zagarella.
Proprio la Spanò ha detto in aula che non era presente in quella seduta di giunta in cui venne approvata la famigerata delibera di assegnazione del Miramare. Quel 16 luglio del 2015 era assente anche l’assessore al ramo, all’epoca Mattia Neto.
Dichiarazioni che – fa notare Angela Marcianò – concordano con quelle rese da lei durante gli interrogatori proprio del pm Ignazitto.
L’obiettivo della Marcianò sembra essere proprio quello di offrire ai reggini la verità schiacciante sui fatti. Ed allora non perde occasione per mettere a confronto le diverse versioni che fin qui sono venute fuori rispetto ai fatti accaduti.
In un post sulla propria pagina facebook la leader di Impegno e identità pubblica due foto dei verbali in questione, evidenziando le parti che confermano la sua di versione.
“Ieri nel corso del processo Miramare, l’allora dirigente del settore competente, dottoressa Spano’, ha confermato la sua assenza nella giunta del 16 luglio 2015. Una circostanza pienamente coincidente con quella sempre sostenuta, fin dall’inizio, solo da me. Ecco i verbali dei miei interrogatori”.
E così leggendo quei verbali ognuno può farsi una idea di ciò che sta emergendo oggi e di ciò che era emerso nel processo abbreviato voluto da Angela Marcianò.
“[…] Alle ore 15… si diceva il 14, di giorno 16 tutti presenti in giunta, tutti presenti – si legge nei verbali pubblicati dalla Marcianò -. Siamo arrivati e non c’era né il sindaco, né l’assessore al ramo, cioè l’assessore Neto e né il dirigente del settore, cioè la dottoressa Spanò”.
La delibera fu portata in giunta dall’allora segretaria generale, e dal dottore Francesco Dattola (figlio della dirigente Spanò) che faceva le funzioni di capo di gabinetto del sindaco, e che secondo il racconto della Marcianò disse di sbrigarsi ad approvare la delibera.
“[…] cioè mi disse sostanzialmente ‘il sindaco dice che si deve approvare’. Ho detto io: ‘Ma qual è l’urgenza?’, insomma convocati via WhatsApp il giovedì sera, cioè un giorno e mezzo prima, non c’è l’assessore competente…”