Reggio, arriva la prima panchina fucsia contro la violenza di genere
Una cerimonia di inaugurazione per la prima panchina fucsia di Reggio Calabria e la spiegazione dell'ass. Palmenta sulla scelta della location
11 Febbraio 2021 - 15:33 | di Eva Curatola
La prima ad arrivare in città è stata la panchina rossa. Un simbolo della lotta alla violenza contro le donne è stato posto in una delle piazze del centro di Reggio Calabria come segno indelebile di condanna.
A distanza di solo qualche mese, l’amministrazione ha organizzato un altro importante appuntamento per l’inaugurazione della prima “Panchina fucsia”.
La prima panchina fucsia a Reggio Calabria
Donata alla città dai Giovani Commercialisti di Reggio Calabria ed installata a cura dell’amministrazione comunale, per la panchina fucsia è stata scelta come destinazione il piazzale del CE.DIR. L’appuntamento per l’inaugurazione è domani, venerdì 12 febbraio, alle ore 15:00.
La “Panchina fucsia” si inserisce in un progetto più ampio che simboleggia il rifiuto della violenza di genere e nei confronti delle donne, l’attenzione sulla tutela dei minori ed il contrasto agli stereotipi di genere.
All’evento, promosso dall’Assessora alle Pari Opportunità Giuggi Palmenta, in sinergia con la Consigliera di Parità della Città Metropolitana Paola Carbone e la Rete “25 Novembre…e oltre”, prenderà parte anche il sindaco Giuseppe Falcomatà.
Perché il piazzale del Ce.Dir
La scelta della location, in cui sarà installata la prima panchina fucsia della città, non è stata scelta a caso, ma in seguito ad una lunga valutazione racchiusa nelle parole dell’assessore Giuggi Palmenta che ha presentato l’iniziativa:
«Continua la campagna di sensibilizzazione e di monito contro la violenza di genere ed in favore delle pari opportunità che la comunità e le istituzioni sono chiamate a sostenere. L’installazione avverrà proprio di fronte alle aule giudiziarie nelle quali si concretizza, ogni giorno, l’impegno di tutte le istituzioni, della comunità territoriale, della magistratura e dell’Avvocatura per combattere tale odiosa forma di sopraffazione e sopruso».