Sacal, fuori De Felice. Il bluff delle dimissioni e i possibili successori

Dopo il flop di De Felice, girano tre nomi per la presidenza. E nessuno di questi è di Reggo Calabria...


Colpo di scena.

Durante l’assemblea degli azionisti del gruppo Sacal, il presidente De Felice, in scadenza di mandato, ha rassegnato le proprie dimissioni (irrevocabili) con effetto immediato.

Una decisione a dir poco azzardata e presa di pancia che arriva alla vigilia della ripartenza di uno dei tre scali gestiti da Sacal. Oggi è infatti il ‘primo giorno’ di apertura del Tito Minniti dopo i lunghi mesi di chiusura forzata a causa del COVID. E per l’aeroporto Tito Minniti, già martoriato e avvilito, non è certo un bell’inizio.

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Dietro la ‘mossa’ di Arturo De Felice si celano però molti interrogativi e zone d’ombra che è bene chiarire.

Primo: l’ex prefetto era, come già anticipato, in scadenza di mandato e all’ultima assemblea, tenutasi nella mattinata di ieri, sarebbe dovuta arrivare la riconferma da parte dei soci (decisiva la scelta della Regione Calabria).

Ma l’ormai ex presidente di Sacal è stato di fatto bocciato sia dalla Regione Calabria, sia dal Comune e Provincia di Catanzaro e infine anche dal Comune di Lamezia Terme. L’ex prefetto ha preferito così fare un passo indietro al posto di essere messo alla porta. E l’atto delle dimissioni diventa così un vero e proprio bluff. E si, perchè è sempre meglio comunicare le proprie dimissioni piuttosto che diffondere la notizia della mancata riconferma.

Dopo poco più di tre anni il reggino De Felice dunque lascia Sacal e abbandona di fatto la guida degli aeroporti calabresi. E se Lamezia Terme può continuare il suo viaggio con le proprie gambe, anche senza timoniere (lo scalo è cresciuto negli ultimi anni in termini di numeri e voli), sono Crotone e Reggio Calabria ad essere in estrema difficoltà.

Ma cosa si nasconde davvero dietro le dimissioni di De Felice? Sicuramente il rapporto non idilliaco con la Santelli. I due infatti non si sarebbero mai incontrati. E se ci fosse anche un interesse politico, dietro le sue dimissioni,  legato alle comunali di Reggio? Il dubbio diventa più che legittimo.

Ad oggi però, ciò che preoccupa maggiormente è il futuro di Sacal. Secondo quanto raccolto da CityNow, fatto fuori De Felice, i possibili nomi per la presidenza, ad oggi sono tre: Annamaria Mancuso (vicina al segretario regionale della Lega Invernizzi), Pasqualino Scaramuzzino, già sindaco di Lamezia Terme e Daniele Rossi, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro.

Questi i probabili successori anche se quest’ultimo (Rossi) sembrerebbe in netto vantaggio rispetto agli altri.

Intanto nella giornata di domani è prevista una riunione in Sacal con alcuni sindacati per la questione legata alla cassa integrazione dei tanti lavoratori.

La presidenza della Sacal, come noto, costituisce una poltrona ambita per la politica regionale, nonchè un vanto dal punto di vista territoriale. Reggio Calabria, in questo momento sarebbe completamente fuori dai giochi. Nessuno dei nomi fatti infatti sono legati alla provincia reggina.

Chiusa l’era ‘De Felice‘, l’auspicio adesso è quello di trovare una persona che dal punto di vista manageriale abbia le giuste competenze e sappia far decollare i tre aeroporti della Calabria.

Inizia dunque la corsa per la successione. Tra poco meno di due settimane conosceremo il nome di chi gestirà la Società Aeroportuale Calabrese. Per adesso l’unica certezza è che il neo presidente non sarà reggino…

Azionisti di Sacal

La società aeroporturale calabrese è composta da diversi enti pubblici e soci privati. Di seguito l’elenco (fonte Wikipedia) di cui non fa parte nessun ente o socio in rappresentanza di Reggio Calabria.

Enti pubblici

  • Comune di Lamezia Terme: 19,209%;
  • Provincia di Catanzaro: 10,685%;
  • Regione Calabria: 9,274%;
  • Comune di Catanzaro: 5,571%;
  • Camera di commercio di Catanzaro: 3,087%;
  • Provincia di Cosenza: 1,708%;
  • Altri entri pubblici: 0,501%.

Soci privati

  • Lamezia Sviluppo S.r.l. Unipersonale: 29,289%;
  • Aeroporti di Roma S.p.A.: 9,229%;
  • UBI Banca S.p.A: 5,827%;
  • Noto S.p.A.: 1,422%;
  • Confindustria Catanzaro: 1,385%;
  • Altri soci privati: 2,089%.