Ponte sullo Stretto, i dubbi di Caminiti: “Rischio che il cantiere diventi un’incompiuta”

Secondo la sindaca di Villa San Giovanni, nella parte del provvedimento in cui si aggiorna la procedura di approvazione definitiva dell'opera si fa "un'ingiustificata forzatura procedurale"


Sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina c’è “l’assoluta incertezza temporale sulla fase costruttiva” e la “paura” dei territori è che i cantieri finiscano “per rimanere lì come ecomostri e incompiute”: lo ha detto stamani la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, parlando in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame del decreto legge Infrastrutture.

Secondo la sindaca, nella parte del provvedimento in cui si aggiorna la procedura di approvazione definitiva dell’opera si fa “un’ingiustificata forzatura procedurale”.

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“L’opera ponte – ha aggiunto – non può essere immaginata come una sommatoria di tanti lotti” e il “paradosso” è che anche la fase degli espropri o della realizzazione del blocco ancoraggio del ponte possano essere considerati “come una fase costruttiva”.

“Cosa succede se a questa fase costruttiva non seguirà altro?”, si è chiesta la sindaca, secondo cui “il danno sarebbe inimmaginabile” se il “progetto definitivo non sarà trasformato in progetto esecutivo, ma in tanti progetti esecutivi quanti sono i lotti”.

“Ci troviamo catapultati indietro di più di 10 anni o forse 20” ha concluso Caminiti, sollecitando alla commissione e all’intero parlamento “interlocuzioni dirette con le amministrazioni locali”.

Sul Ponte sullo stretto di Messina “occorre accendere un faro, perché rischiamo di costruire una cattedrale nel deserto”: lo ha detto Michele Azzola, coordinatore dell’area politiche industriali della Cgil nazionale, in audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame del decreto legge Infrastrutture.

Secondo Azzola il provvedimento, in tema di ponte sullo Stretto, introduce “una procedura assai anomala, che scardina il meccanismo che prevedeva la presentazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio”, introducendo progetti esecutivi “anche per fasi costruttive successive. Questo – ha commentato – non ha senso per un’opera unica.

Andando per avanzamenti successivi abbiamo un sistema dei costi che salta completamente. La strada che si è introdotta è dunque altamente pericolosa sia per il tema delle finanze che per la realizzazione complessiva dell’opera”. Anche per Irene Pata della Uil il rischio è “che i prezzi possano lievitare nel tempo rispetto a quelli prefissati”. E’ quindi “indispensabile”, ha detto intervenendo anche lei in audizione, “una supervisione costante per evitare esplosioni incontrollate del costo dell’opera”.