Ponte, Titengostretto: ‘Ricorso al Tar atto di tutela per cittadini e territori’

Dubbi di costituzionalità su DL Ponte e DL Infrastrutture. Il comitato Titengostretto parla di progetto incompleto e ciclopica incompiuta

Ponte Stretto Messina 2

Il comune di Villa San Giovanni e la città metropolitana di Reggio Calabria hanno depositato il ricorso al Tar del Lazio contro il parere della commissione Via-Vas per il progetto del ponte sullo Stretto.
Avvalendosi del lavoro dell’eminente Prof Daniele Granara, i due Enti richiedono al Tribunale amministrativo di annullare il parere della Commissione VIA del Ministero dell’ambiente per vizi di legittimità ed eccesso di potere, riproponendo dubbi di costituzionalità sulla decretazione d’urgenza del DL Ponte e del DL Infrastrutture.

Il comitato Titengostretto villese accoglie l’iniziativa che rappresenta un atto importante e risponde all’imperativo dell’esercizio delle azioni a tutela del territorio e dei cittadini nei confronti del progetto dell’opera infrastrutturale definita strategica, che non riesce nonostante il parere di un comitato scientifico interno alla SdM e di due commissioni di valutazione di impatto ambientale, a superare la soglia dell’approvazione senza raccomandazioni, osservazioni e prescrizioni cui ottemperare prima ed in corso d’opera.

Questo, senza voler entrare del dettaglio delle criticità già note, riconferma altresì la posizione del comitato e di quanti non sono favorevoli a che si dia avvio ad alcuna procedura senza garanzie di effettiva realizzabilità che al contrario, prefigura l’ennesima ciclopica incompiuta.

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Iter e fase di discussione al CIPESS

Intanto l’iter è giunto alla fase di discussione al CIPESS, ultimo step per l’elaborazione del progetto esecutivo, con l’assenza di documentazione, risultati di prove tecniche e studi importanti e indispensabili quali per citarne solo alcuni, quelli sulla tenuta dei cavi, sulle faglie sismiche, il franco navigabile, le interferenze, il piano di cantierizzazione che dovrebbero far riflettere e a cui tantissimi altri se ne aggiungono altrettanto rilevanti. La stessa commissione VIA segnala che il danno ambientale qualora l’opera non dovesse giungere a completamento, sarebbe irrimediabile sulle sponde di Sicilia e Calabria.
62 le raccomandazioni del cts, oltre 200 le osservazioni della prima commissione via, ancora 63 le prescrizioni della seconda commissione, difetti rilevati e su cui pendono esposti.
D’altra parte i decreti definiti “ad operam” sono intervenuti a spezzettare il progetto in fasi esecutive, controllare e arginare la manifestazione pacifica del dissenso, svuotare il fondo di coesione e sviluppo per finanziare il ponte a discapito di opere prioritarie, della sanità, dell’istruzione al sud, una propaganda capillare e gesti dimostrativi, come una ruspa al lavoro in una delle aree di esproprio, tutto, sembrerebbe, per blindare il progetto, lanciare segnali alla popolazione e favorire un’accelerazione forsennata.

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Un “no” camuffato e la richiesta di garanzie

Comitati e cittadini, sono ormai consapevoli che l’approvazione è un “no” camuffato, palesemente condizionato e sempre più ideologico, al contrario dei tanti “no” saldamente motivati dallo studio e dall’analisi del progetto. Alla luce di tutto ciò ribadiamo la fiducia nella democrazia e nelle Istituzioni e la ferma richiesta di tutela e garanzie per i nostri territori e i cittadini tutti, espropriandi e non, e al diritto delle città a non dover subire un progetto calato dall’alto che serve ad una ristretta oligarchia sorda rispetto alle vere necessità, pronta a impegnare l’importante cifra si quasi 14mld di euro che hanno più il sapore di un’ipoteca sul presente e sul futuro che di un’innovazione infrastrutturale.