Un ponte tra Reggio e la Grecia: copia dei Bronzi di Riace ad Argo
Il prof. Castrizio parla anche della diatriba tra Sgarbi e Lamberti. "Impossibile spostare i Bronzi. Se nel trasporto trovano una buca per strada, si distruggono"
22 Agosto 2022 - 19:18 | di Redazione
“I Guerrieri di Argo trovati nel piccolo porto di Riace in Calabria, Italia ed esposti al Museo Archeologico di Reggio (Reggio Calabria), restituiti come costosissime copie di rame ad Argo per ricordare a tutti la lunga storia della città e gli stretti legami tra i due paesi della Grecia e dell’Italia. Complimenti all’Ente Comunale e a tutti coloro che hanno ispirato e collaborato per realizzare questo progetto e forgiare lentamente ma costantemente legami tra i popoli”.
Attraverso Facebook, il prof. Daniele Castrizio dà notizia della scelta del comune di Argo di dare vita a due copie dei Bronzi di Riace. Ai microfoni di CityNow, spiega dell’importanza di tale iniziativa.
“Il sindaco di Argo si è reso conto che la città mancava di identità culturale, da qui la decisione di inserire alcune statue identitarie nell’agorà cittadina. Ha messo Erocle, Diomede e anche i Bronzi di Riace. E’ significativo abbia scelto di inserire anche i due guerrieri, credendo quindi all’ipotesi della loro creazione proprio ad Argo.
Si tratta di un’operazione culturale di spessore e rilevanza. Non finisce qui, ci sarà un gemellaggio ufficiale e diverse iniziative culturali sono già in programma. E’ un vero e proprio ponte tra la Calabria e la Magna Grecia”, assicura soddisfatto Castrizio.
Impossibile non chiedere ad uno dei maggiori esperti sui Bronzi di Riace della querelle che ha tenuto banco negli ultimi giorni, anche a livello nazionale, tra il dott. Lamberti Castronuovo e Vittorio Sgarbi.
Secondo il critico d’arte, i Bronzi di Riace sono ‘prigionieri’ a Reggio Calabria e potrebbero essere esposti nei musei più importanti del mondo, decisamente contrario invece Lamberti Castronuovo.
L’opinione di Castrizio in meritò è tranchant.
“Portarli in giro? Semplicemente impossibile, la questione non esiste nemmeno. Sono delicatissimi. Basti pensare che qualche anno fa, per fare le poche centinaia di metri che separano il palazzo del Consiglio Regionale (che ospitava i Bronzi per un restauro, ndr) dal Museo di Reggio Calabria, dovettero asfaltare tutte le strade per evitare rischi.
Se durante il trasporto il mezzo che ospita i Bronzi di Riace dovesse incappare in una buca, i due guerrieri si distruggerebbero”, l’eloquente metafora scelta da Castrizio per far capire come sia impossibile spostare i Bronzi dal Museo di Reggio.
Castrizio parla di ‘provocazioni’ da parte di Vittorio Sgarbi e sottolinea come soltanto una parte della città ha cercato realmente di valorizzarli nell’anno del cinquantenario.
“Bisogna distinguere chi in questi ultimi mesi ha lavorato con passione organizzando decine di eventi, da chi invece ha preferito fare qualcosa di facile ed immediato.
Se anche i Bronzi potessero girare il mondo, sarebbero mostre prive di valore culturale perchè tolti dal loro contesto naturale, come un semplice corredo da esibire. Serve spiegare ai visitatori, farli ammirare nel loro naturale habitat e fare approfondimento scientifico per dare reale valore a queste opere.
Inoltre -conclude Castrizio- con tutte le possibilità comprese quelle offerte dalla tecnologia, non è necessario spostare i Bronzi per farli vedere al mondo. Con iniziative, eventi, ologrammi e tanto altro, si riuscirebbe a far conoscere queste due unicità a tutte le latitudini e al contempo incuriosire chi vorrà venire a vederli da vicino a Reggio Calabria”.