Ponte Calopinace, la storia infinita: rescissione ancora in dubbio
Il Comune aspetta risposte dalla ditta incaricata dei lavori, settembre il mese decisivo: riavvio del cantiere o si torna al punto di partenza
03 Settembre 2024 - 17:31 | di Pasquale Romano
Ponte Calopinace, una telenovela che ancora deve conoscere l’ultima puntata. In occasione dell’inaugurazione del Tempietto, il sindaco Falcomatà aveva dichiarato.
“Rescissione del contratto per il Ponte Calopinace? Si riparte da zero ma si tratta di un passo in avanti, la ditta non si è rivelata all’altezza.
La procedura tecnica, con i tempi che indica il codice degli appalti, hanno permesso solo ora di procedere con la rescissione. Si riparte da zero ma vogliamo assegnare in tempi rapidi il nuovo incarico, così come abbiamo fatto per il campo sportivo di Ciccarello”, le parole del primo cittadino.
Il 22 di agosto, da Palazzo San Giorgio, era arrivata l’ufficialità riguardo l’avvio della rescissione del contratto.
“L’amministrazione è stata costretta ad avviare, con un provvedimento di diffida e messa in mora, la procedura di rescissione in danno nei confronti dell’Impresa Cataldo Torchia srl di Cariati (CS) a cui, nel mese di marzo dell’anno 2021, erano stati consegnati i lavori di realizzazione del ponte nel tratto antistante la foce del Calopinace da consegnare nei successivi 180 gg”.
L’assessore ai Lavori Pubblici, Franco Costantino, nella nota emessa dall’amministrazione comunale aveva riservato una precisa stilettata all’azienda incaricata dei lavori, ovvero la Cataldo Torchia srl di Cariati (CS).
“L’amarezza per l’epilogo della vicenda non potrà essere ripagata da nessun riconoscimento per i danni subiti, non solo in termini finanziari, dal Comune di Reggio Calabria e si impone una riflessione sulla opportunità di consentire a taluni imprenditori di continuare a operare sul mercato anche quando i loro comportamenti, soprattutto sul piano deontologico, scadono al livello di quello dell’imprenditore titolare del contratto per la realizzazione del ponte sul Calopinace”.
Espressioni, vista la situazione tragicomica, comprensibilmente forti quelle di Costantino, che aveva anche parlato di epilogo della vicenda. Amarezza doppia quella dell’assessore ai Lavori Pubblici, considerato che poche settimane il suo ingresso in giunta aveva assicurato che entro l’estate i reggini ‘avrebbero camminato’ sul Ponte Calopinace.
Certezze basate su precisi impegni presi e un cronoprogramma concordato con la Cataldo Torchia, e che l’azienda di Cariati ha evidentemente disatteso.
Sulla stessa lunghezza d’onda si era espresso il sindaco Falcomatà, evidenziando come l’impresa si era rivelata “non all’altezza” e parlando di una rescissione del contratto come di una ripartenza da zero che al contempo si palesava però come un passo in avanti, visto l’immobilismo degli ultimi mesi.
Tutto definito con la rescissione, in attesa di assegnare nuovamente i lavori ad una nuova impresa? Non è esattamente cosi. La Cataldo Torchia infatti non è ancora fuori dai giochi.
L’avvio della procedura di rescissione infatti non significa di conseguenza un epilogo definitivo, seppur rimane l’ipotesi più probabile. Il codice degli appalti prevede tempistiche precise e stringenti, con l’azienda di Cariati che nel giro di poche settimane dovrà dare risposte certe e concrete.
In caso di impegni assunti e di effettiva ripartenza del cantiere da parte dell’impresa, i lavori in quel caso ripartirebbero senza necessità di arrivare alla rescissione del contratto. Una soluzione che da Palazzo San Giorgio vedono come l’extrema ratio per evitare di dover ripartire daccapo. Seppur, come evidenziato da Falcomatà, ritornare alla casella di partenza potrebbe non essere il peggiore dei mali considerato quanto (non) accaduto in questi anni sul cantiere del Ponte Calopinace.