Piano spiaggia, il Consiglio approva la proposta preliminare. Falcomatà: ‘Strumento rivoluzionario’

Fermo dal 2009, il piano spiaggia rappresenta una nuova opportunità per il rilancio dei 32 km della nostra costa

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Uno strumento rivoluzionario lo ha definito il sindaco Giuseppe Falcomatà. E rivolgendosi all’assessore Mariangela Cama ha parlato di “secondo gioiellino” dopo l’adozione del Piano strutturale comunale. Insomma non v’è dubbio che l’amministrazione puntava e punta forte sul Piano di spiaggia fino a ieri fermo al 2009. È pur vero che si tratta della proposta preliminare di Piano, ma è chiaro che da questo può dipendere il reale sviluppo di una città di mare che col mare ha avuto sempre un rapporto complicato.

Alla fine il provvedimento conterà 20 voti favorevoli e 10 astenuti. In attesa della sua stesura finale, quando si potranno apportare modifiche anche attraverso il contributo del Consiglio tutto.

Una proposta preliminare

L’assessore Cama ha infatti spiegato che in aula è stata presentata la proposta preliminare di Piano in cui sono allegati i vari regolamenti redatti con i contenuti previsti dalle leggi di settore. Dopo l’adozione della proposta ci saranno 20 giorni di deposito in cui saranno recepite le osservazioni di tutti gli enti coinvolti che potrebbe confermare o meno l’impianto già in essere. Poi si determinerà la giunta e l’iter si concluderà in Città metropolitana.

Un lavoro lungo e complesso, ha sottolineato Giuseppe Sera, presidente della Commissione Assetto del territorio, che parte dal 2018 e che è andato avanti a suon di incontri e confronti con associazioni, pescatori e cittadini interessati al tema e alle opportunità che possono offrire i 32 chilometri della nostra costa.

Al Piano spetterà il compito di disciplinare e regolamentare la fascia demaniale fino alla linea di battigia indicato dal Ministero. Ma la grande forza di questo strumento – per l’assessore Cama “nuovo, ambizioso e di qualità” – è rappresentato dal complessivo quadro conoscitivo della nostra costa.

Un primo saggio l’ha dato l’architetto Malara, chiamato ad illustrare metodo e sostanza del lavoro portato avanti col collega Di Mare:

“Abbiamo fatto una fotografia tentando di interpretare cosa è intervenuto nel tempo sui 32 chilometri di costa. È un modo per dire, capiamo bene i valori che gli vogliamo dare”.

Sono stati mappati tutti i punti dove ci sono scarichi a mare, costruzioni abusive, manufatti inutilizzati, ma anche l’impatto dell’erosione costiera. Ma lo spirito ora è diverso:

“Si deve pensare non solo a difendere ma anche a progettare la costa, guardando alle spalle del mare”.

Riordino e pianificazione dello sviluppo
lungo ed articolato anche l’intervento del sindaco arrivato al termine di una serie di contributi venuti dai consiglieri tanto di maggioranza che di opposizione. Su tutti spicca Carmelo Versace che dicendosi orgoglioso di far parte dell’assemblea cittadina che sta licenziando il Piano spiaggia, non trova di meglio che puntare ancora una volta l’indice sulla stampa, a suo dire distratta e non capace di comprendere la reale portata del provvedimento, fermandosi ai preliminari della massima assemblea cittadina. Dimenticando però che senza la stampa nessuno saprebbe se qualcuno ha detto qualcosa di sensato.

Poi il primo cittadino ha intrattenuto l’aula con un lungo intervento in cui ha parlato di tante cose. Intanto esaltando il lavoro molto lungo degli addetti ai lavori tra incontri e confronti sul territorio rispetto ad un piano che ha due obiettivi: il primo di riordino e pianificazione dello sviluppo, e il secondo creando nuove opportunità rispetto al numero di concessioni e al tipo di attività che si possono fare sulla costa.

“La grande ricchezza è una città che al suo interno ha dei paesaggi diversi, come diversi sono i microclimi. È importante che questo Piano sia stato approvato dopo che il Covid ha cambiato il nostro stile di vita e il nostro modo di vivere la quotidianità e la città. Abbiamo bisogno di recuperare spazi, di destinare aree che solitamente erano dedite ad attività più ridotte, per fare sport, per fare attività culturali, per spazi di socialità. Oltre alle unicità del nostro patrimonio storico, artistico, botanico archeologico, noi vendiamo una cosa che altri non hanno, la possibilità di poter condurre una vita nella quale la salute sia tutelata dal posto in cui vivi. E che questo strumento, il diritto alla salute, entri all’interno di uno strumento di pianificazione significa provare a dargli un’anima”.

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Il Recovery Fund

Passando poi in rassegna le tante opere in itinere sul fronte a mare della nostra città, Falcomatà ha chiesto alla città una cosa chiara:

“Non dobbiamo avere paura delle novità, lo dico in generale naturalmente, non soltanto rispetto all’approvazione di questo strumento”.

D’altra parte la dissertazione del sindaco va dal Lido comunale a Piazza De Nava (anche se non l’ha mai nominata):

“I cambiamenti non devono fare paura, né tantomeno si può pensare che in questa città non si possa fare nulla di nuovo perché si deve conservare quello che già esiste. Per carità la memoria storica è fondamentale per tanti motivi ma perpetuare, insistere nel brutto, non significa conservare la memoria storica, significa perdere delle occasioni e di occasioni non ne possiamo più perdere. Ecco perché le prossime sfide alle quali noi saremo chiamati devono vederci tutti protagonisti. Perché ad esempio quello che è previsto, quelle idee quei suggerimenti quelle proposte che sono inserite e che approveremo all’interno del Piano di spiaggia oltre a contenere le attività già immaginate e programmate dall’amministrazione contengono delle proposte che noi potremmo inserire all’interno della prossima programmazione comunitaria, che noi potremmo inserire all’interno delle proposte da inserire nel Recovery fund. Quello che oggi non può mancare sono le idee, perché poi le risorse arriveranno e su queste risorse dobbiamo essere tutti chiamati a uno sforzo di maturità della classe politica”.

Insomma, c’è bisogno di tutti. Soprattutto per fare la voce grossa con il Governo per la ripartizione delle risorse del Recovery. E in questo senso auspica per il prossimo Consiglio anche un ordine del giorno ad hoc. Poi l’appello finale:

“È un’occasione che sta avvenendo adesso. Io su questo chiamo a raccolta tutte le rappresentanze politiche locali, regionali e nazionali: abbiamo bisogno di tutti, nessun timbro di colore, rosso nero blu giallo verde arancione può essere messo su questa sfida se non il timbro dell’identità territoriale, dell’appartenenza a questo territorio e della responsabilità istituzionale. Questa battaglia i cui contorni ancora sono indefiniti deve partire prima di tutto dalla conoscenza delle regole di ingaggio. Su questo chiedo che ognuno di voi sposi questa sfida, che ognuno di noi faccia questa battaglia territoriale anche con i suoi rappresentanti nazionali”.

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