Pd in Consiglio regionale: ‘Manovra Meloni un inganno per la sanità del Sud’

Il gruppo Pd in Consiglio regionale critica duramente la manovra del governo Meloni, evidenziando il rischio di un collasso della sanità nel Mezzogiorno


“Il disegno del governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni si è rivelato in maniera definitiva con la manovra economica del governo, che rappresenta l’ultimo inganno, subito smascherato, con cui la premier ha tentato di ingannare gli italiani”. A sostenerlo sono i consiglieri del gruppo del Pd in Consiglio regionale tramite una nota stampa, che prosegue:

“Con la scelta di stanziare soltanto 900 milioni di risorse aggiuntive sul Fondo Sanitario Nazionale (FSN), si ipoteca il futuro del settore pubblico. Questo investimento è irrisorio se si considera l’inflazione e le criticità strutturali del SSN, come le liste d’attesa e la fuga di professionisti dall’emergenza-urgenza”.

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“L’emergenza pandemica non ha insegnato nulla, né sono serviti gli appelli delle Regioni per ottenere un aumento deciso dei fondi destinati alla sanità pubblica”, proseguono i consiglieri. La Calabria, che storicamente riceve una quota di poco superiore al 3% del fondo di riparto, si troverebbe così a raccogliere solo le briciole. Inoltre, il criterio di riparto del FSN, basato sull’anzianità della popolazione, non tiene conto dei tassi di deprivazione sociale, creando una situazione in cui i fondi risultano inadeguati per sostenere il sistema regionale.

“Questo quadro non permette di supportare adeguatamente i concorsi per medici e infermieri né di contrastare la mobilità passiva, che costringe molti cittadini del Sud a cercare cure fuori dalla propria regione”, aggiungono i consiglieri del Pd.

Autonomia differenziata e il rischio per il Sud

“Il disegno di questo governo dovrà essere sommato agli effetti dell’autonomia differenziata, che prevede la creazione di venti sistemi sanitari regionali autonomi“, continuano i consiglieri regionali del Pd. Questo modello aumenterebbe la concorrenza tra le Regioni a favore di quelle settentrionali, senza alcun criterio di solidarietà. La preoccupazione espressa dai consiglieri è che ciò affosserebbe ulteriormente il Meridione, negando ai cittadini del Sud il diritto di curarsi adeguatamente nelle strutture del proprio territorio.