Patto per Reggio, La Strada e Pazzano: ‘Non 1cent andrà ai servizi per la cittadinanza’
"Leggiamo che il Patto per Reggio è l’ennesima vittoria di Falcomatà e che i conti sono risanati. Ma non erano risanati dall’agosto 2020?". La nota di La Strada
24 Luglio 2022 - 09:16 | comunicato
Le diverse audizioni per il bilancio previsionale confermano ciò che diciamo da tre anni: il debito del Comune di Reggio NON è estinto; il debito del Comune di Reggio NON è ritenuto illegittimo da questa amministrazione, visto che lo sta facendo pagare centesimo per centesimo alla cittadinanza; non un euro di quelli arrivati negli ultimi due anni dal Governo andrà in servizi essenziali, non un euro andrà ai bisogni della cittadinanza.
Patto per Reggio: La Strada e Pazzano controcorrente
In ogni audizione, ogni qual volta si discute sulla necessità di avere più somme sui servizi essenziali, si alzano le mani: non possiamo, dobbiamo aspettare di uscire da questa fase. Quando ne usciremo, magari, ci telefoneranno, ci faranno sapere. La stessa questione debito è sempre difficile da cogliere nelle cifre. Nel frattempo viviamo tempi sempre trionfalistici in una città invivibile: già nell’agosto del 2020 – quando per una purissima coincidenza si andava chiudendo la campagna elettorale – arrivarono le dichiarazioni che finalmente il debito illegittimo era estinto. Il cosiddetto “decreto Agosto”. Già allora dichiarammo quello che, a distanza di due anni, confermiamo: che i soldi da Roma sarebbero arrivati, e, dopo quelli, ne sarebbero arrivati probabilmente altri (infatti arrivano), ma che il debito era stato considerato legittimo e giusto dall’Amministrazione Comunale – e, dunque, del tutto esigibile –, e di questo la cittadinanza non avrebbe colto alcun beneficio. Ad oggi è così: tributi locali altissimi, servizi zero. La proposta di Audit Pubblico sul Debito che abbiamo ripetutamente fatto – e che davvero avrebbe potuto tirare una riga sul passato – è rimasta inascoltata.
Il cosiddetto “Patto per Reggio” si inscrive perfettamente in questo percorso, è la prosecuzione della stessa linea. Siamo stati gli unici a sottolinearlo in Consiglio Comunale con Saverio Pazzano lo scorso 20 aprile:
“Alle persone va detto chiaramente che non un centesimo andrà in servizi alla cittadinanza”.
“Il debito non era già risanato?”
Nei criteri di garanzia per definire il Patto, il Comune ha scelto di lasciare bianca la casella corrispondente a “incremento ai servizi alla cittadinanza” e di impegnarsi invece nella valorizzazione dei beni, comprese le alienazioni, e nel potenziamento della capacità di riscossione. Ma il mandato del 2014 non era iniziato alla luce del: non venderemo i gioielli di famiglia?
E ancora: piuttosto che rigenerare i beni o utilizzarli per fini utili alla collettività, abbiamo assistito al processo opposto, e, dunque, continueremo a vivere in una città senza spazi pubblici e gratuiti per la cultura, per lo sport, per la socialità.
Sul miglioramento della capacità di riscossione siamo davanti a una battaglia che portiamo avanti dall’inizio del nostro ingresso in questo consiglio. Ecco perché possiamo permetterci di dire che ad oggi non abbiamo avuto alcun chiarimento circostanziato, ma solo le consuete argomentazioni retoriche. Siamo davanti a una capacità di riscossione – della Tari, ad esempio – che arriva quasi al 50%, con una capacità di rapporto tra l’accertato di evasione e il riscosso (residuo al 31/12/2021) dello 0,43%. Avete letto bene: 0,43%. Come si intenda rimediare a questo non è chiaro se non nelle intenzioni. Nessun piano abbiamo potuto leggere e studiare sul quale confrontarci.
È chiaro finora che a tenere in piedi le casse non è il miglioramento della capacità di riscossione, né un aumento della capacità attrattiva della città per degli investitori pubblici o privati, ma la congiuntura positiva con il governo nazionale. Fino ad ora.
Leggiamo che il Patto per Reggio è l’ennesima vittoria di Falcomatà e che i conti sono risanati. Ma non erano risanati dall’agosto 2020?
Nell’attesa che la conclusione del bilancio previsionale riveli ancora che l’“ode al conto risanato” è bassa letteratura, ci auguriamo che arrivi prima o poi una vittoria per la cittadinanza. Perché qui è “pianto e stridor di denti”.