Ponte sullo Stretto, Spirlì: ‘Porta d’accesso in Europa. Ora o mai più’
Matrimonio tra pubblico e privato. Dobbiamo essere snelli e veloci. Incontri a getto continuo per assediare Roma e Bruxelles
07 Maggio 2021 - 11:48 | di Eva Curatola
Un patto per il ponte sullo Stretto. È questa la formula che i parlamentari, gli esperti, gli amministratori ed i rappresentanti delle amministrazioni intervenuti alla tavola rotonda organizzata a Villa San Giovanni hanno scelto di utilizzare per smuovere le coscienze del Governo nazionale per la realizzazione della maxi infrastruttura tra Calabria e Sicilia.
Il “Patto del Ponte” oltre i colori politici
Gli esponenti, non solo di destra, oggi riuniti presso il palazzo del Comune di Villa San Giovanni hanno scelto di stipulare un documento da presentare al Governo, con il quale ognuno si impegna a fare la propria parte in nome di qualcosa che potrebbe cambiare le sorti non solo dello Stivale. L’evento “Progetti per il sud e ponte sullo Stretto” ha destato l’interesse di diversi partiti. Basti pensare che il tavolo ha visto la partecipazione di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia Viva, Partito Democratico e Lega.
Al termine dell’incontro il presidente Spirlì e i parlamentari hanno firmato il documento congiunto “Patto del ponte” che sarà consegnato al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri alle Infrastrutture e per il Sud, Giovannini e Carfagna, per chiedere la realizzazione del ponte.
Spirlì e il ponte d’Europa
“Come si può non collegare l’ingresso di casa al resto dell’appartamento? Questa separazione è una ferita che va sanata. Il Sud chiede considerazione. Non si può pensare che l’Europa non sia collegata ai primi territori europei”.
È quanto detto dal Presidente della Regione Calabria nel corso della conferenza stampa fortemente voluta dal Senatore Marco Siclari che ha visto la partecipazione di diversi esperti e dei presidenti degli ordini professionali e delle organizzazioni rappresentative delle imprese.
“Ci hanno sempre detto che il meridione allatta e piange – ha proseguito Spirlì – in realtà chiede ciò che è suo, ovvero la considerazione. Molto spesso questa terra è stata derisa, come se fosse l’estrema periferia di un mondo più avanzato rispetto a noi.
C’è un piccolo problema, però. In tutto il mondo le grandi intelligenze, nella scienza, negli studi umanistici, nell’economia, nella finanza, persino nella religione, sempre più spesso partono da questi territori. Ecco perché la considerazione che noi abbiamo già di noi stessi, e non è spavalderia, è bene che ce l’abbiamo anche gli altri, i Governi in particolar modo”.
In riferimento al ponte sullo Stretto, il presidente facente funzioni ha spiegato:
“Questo ponte non è un ponticello tra due Regioni, ma il ponte d’Europa, il biglietto da visita che l’Europa deve presentare al mondo. L’Occidente oggi ha quasi completato il suo ciclo se non si collega al resto del mondo. Il nuovo Occidente sarà quello che noi oggi consideriamo Oriente. Se non vogliamo dover abbassare definitivamente la guardia, se vogliamo rimanere quello che siamo stati per secoli, dobbiamo unirci al resto del mondo. Le merci devono camminare con sveltezza ed agilità su tutti i territori d’Europa, così come le persone”.
Cosa possono fare i calabresi per avvicinarsi al traguardo della realizzazione? Secondo Spirlì la soluzione ha a che vedere con l’identità del Ponte:
“Da parte nostra ci deve essere una marcia in più di staccare dalla richiesta identitaria il ponte sullo Stretto che, da Stretto di Reggio Calabria e Messina, Stretto della Sicilia, della Calabria, deve diventare Stretto d’Europa affinché arrivi in tutti gli angoli d’Europa il messaggio che, qui, tutti sono a casa propria, un olandese, un polacco, un lituano, qui dove da sempre parte la nuova storia del continente europeo”.
Entrando più nei termini tecnici della geografia mondiale, Spirlì ha ricordato:
“Dobbiamo rivoluzionare la visione del nostro continente. In Europa, oggi, si entra attraverso il canale di Suez. Oggi l’organizzazione dell’economia, degli affari, della vita passa da lì partendo dall’Asia e peraltro si riflette sul continente africano che presto sarà il riferimento del futuro.
La Calabria e la Sicilia sono i primi due territori d’Europa. Ribaltando la visione, il ponte dello Stretto sarebbe il primo d’Europa. I territori non possono essere tagliati”.
La realizzazione dell’opera
Nei giorni scorsi aveva fatto molto discutere l’annuncio da parte di WeBuild, società che si è occupata della costruzione del nuovo ponte di Genova, sulla volontà di costruire il ponte sullo Stretto. Ma un punto di incontro tra pubblici e privati è possibile? Al quesito ha risposto il Presidente della Calabria:
“Ritengo che il matrimonio tra pubblico e privato sia indispensabile. La ricostruzione e la rinascita dei territori passa attraverso gli sforzi comuni. Ci si deve incontrare nel rispetto delle regole che portano ad un risultato condiviso. Non possiamo arroccarci su divieti e negazione che fino ad oggi non hanno portato a nulla di buoni. Bisogna essere agili e snelli nelle decisioni e nell’iter da seguire. L’impegno in queste pratiche non solo darà un motivo in più ai giovani per restare nella loro terra, ma favorirà anche il rientro di chi è dovuto andare via. Continueremo così, oserei dire che bisogna portare l’assedio anche a Roma e Bruxelles, nelle sedi istituzionali italiane ed europee”.
Il porto di Gioia Tauro
Spirlì a margine della conferenza ha raccontato alla stampa di aver fatto tappa anche al porto di Gioia Tauro per incontrare degli investitori privati, dopo aver incontrato nei giorno scorsi il direttore dell’Autorità portuale:
“Il porto di Gioia Tauro è il più grande porto d’Europa. Io ero impressionato nel vedere le gru che lavorano a pieno ritmo. È aumentato il movimento delle merci e dobbiamo migliorarlo. Sono contento di aver visto inserito sia questo che l’alta velocità fino alla punta estrema della Calabria nel PNRR, anche se ancora deve essere inserita quella per la Sicilia. Deve essere inserito il ponte. Adesso mai più”.