Parità di genere, Princi all’UE: ‘Investire sulle donne, è investire sul futuro’
"L'uguaglianza non può aspettare: nessuna donna sia più chiamata solo per nome" l'appassionante discorso dell'on. reggina
20 Dicembre 2024 - 05:57 | di Eva Curatola
“Diamoci del tu”, “Signora“, “Signorina“. A tutte è successo almeno una volta.
La società si sente in diritto di sminuire i ruoli delle donne, solo perché tali, mentre non si sognerebbe mai di far lo stesso con gli uomini. Quando si tratta di una donna, le qualifiche sembrano passare in secondo piano, lasciando spazio ad un paternalismo che resiste ostinatamente al tempo.
A Strasburgo, nel cuore del Parlamento Europeo, durante il dibattito sulle priorità dell’Unione Europea per la 69ª sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne, l’on. Giusi Princi ha dato voce a questa frustrazione collettiva, trasformandola in un appello forte e appassionato per l’uguaglianza di genere.
Già Dirigente scolastica e Vicepresidente di Regione, oggi Europarlamentare, Princi ha portato la sua esperienza e il suo fervore in una sede che ha il dovere di ascoltare e agire, affrontando un tema tanto attuale quanto spesso trattato con superficialità.
L’appello di Giusi Princi per la parità di genere all’UE
“Sono una dottoressa, non Sabina. Sono una docente, non Mariangela. Sono una dirigente, non Giusi. Quanto ancora dobbiamo aspettare affinché noi donne veniamo considerate per le nostre qualifiche e non per altro?”.
Un’osservazione semplice ma potente, che descrive una realtà purtroppo ancora radicata: le donne, anche ai più alti livelli professionali, sono troppo spesso sminuite, definite solo per il loro nome di battesimo, come se il riconoscimento pieno del loro ruolo fosse qualcosa di opzionale.
Princi ha poi sottolineato con forza un dato che non può lasciare indifferenti:
“286 anni. Se non si cambia passo, questo è il tempo ostinato dalle Nazioni Unite per colmare le lacune giuridiche ed abbattere le discriminazioni di genere“. Un numero che spaventa, ma che deve servire da monito. “È arrivato il tempo di correre,” ha affermato, ricordando come ogni giorno di ritardo significhi perpetuare ingiustizie e limitare opportunità.
L’onorevole ha evidenziato come il Parlamento Europeo abbia il dovere di giocare un ruolo chiave:
“Ecco perché come parlamentari europei dobbiamo essere protagonisti nella prossima Commissione ONU sullo status delle donne. Dobbiamo garantire che la parità di genere sia al centro dell’azione esterna dell’UE“.
“Investire sulle donne, è investire sul futuro”
Il discorso dell’onorevole reggina non si è fermato alla semplice denuncia, ha proposto azioni concrete, come l’inclusione delle donne nei settori di alta crescita:
“Tra le priorità inserite nella relazione e che sosteniamo con forza come PPE vi è il supporto all’autonomia economica e all’imprenditoria femminile, la creazione di posti di lavoro nei settori di alta crescita come le discipline STEM e l’intelligenza artificiale. L’Europa deve guidare con l’esempio mettendo in campo politiche solide e risorse adeguate”.
Quello di Princi non è stato solo un appello alle istituzioni, ma un invito collettivo: tutti, come cittadini, dobbiamo fare la nostra parte per abbattere le barriere che ancora esistono.
Un intervento, quello in plenaria a Strasburgo, incisivo quanto ispiratore, che ha posto sotto i riflettori un tema che, troppo spesso, viene relegato in secondo piano.
La forza con cui Princi ha illustrato il tema al Parlamento Europeo è un esempio di come le donne, ovunque siano, possano e debbano rivendicare il loro spazio.
“Perché investire nelle donne significa investire nel futuro dell’Europa e del mondo“.
L’uguaglianza di genere non è solo una questione morale, ma una leva fondamentale per la crescita e il progresso. E, come ha sottolineato l’onorevole reggina con un messaggio semplice ma dal profondo significato:
“L’uguaglianza non può aspettare affinché nessuna donna sia più chiamata solo per nome”.
La parità di genere non è un obiettivo lontano: è una necessità immediata.