Il Parco Archeologico di Pellaro spaventa i residenti: "In caso di incendio sarebbe una strage"

La zona archeologica di Occhio di Pellaro abbandonata, tra erbacce e sterpaglie che toccano i balconi: "Nostre segnalazioni inascoltate". Le foto

“C’è un grande prato verde dove nascono speranze”, recita un celebre brano di Gianni Morandi. A Occhio di Pellaro invece a crescere è solo la preoccupazione dei residenti di un palazzo praticamente invaso dalle sterpaglie del Parco Archeologico. Inaugurato e…re inaugurato nel settembre del 2018, il Parco Archeologico non è mai davvero entrato in funzione.

Il sito archeologico -si legge nella descrizione di Italia Nostra- si trova ai margini dell’abitato di Pellaro, nella contrada Occhio-San Leo, a poca distanza dalla linea di costa. L’area, di forma rettangolare, è delimitata a ovest dalla via Nazionale, a est dal terrapieno della Strada Statale 106, mentre a nord e a sud dai letti delle due fiumare Torrente Filici. Le indagini di scavo hanno interessato il luogo fin dal 1975 e hanno permesso di individuare tracce insediative senza soluzione di continuità dall’età arcaica a quella tardo imperiale.

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L’are archeologica di Occhio di Pellaro all’epoca dell’inaugurazione

L’are archeologica di Occhio di Pellaro all’epoca dell’inaugurazione“Il Parco archeologico non è un bene del comune bensì un bene comune, quindi di tutti noi. Non si tratta di inaugurazione, ma di riconsegna alla città di un sito di grande valore storico e culturale, già inaugurato nel 2012 e successivamente trascurato, sia dal punto di vista dell’offerta al pubblico che, soprattutto, da quello della manutenzione”. Queste in sintesi le dichiarazioni dell’allora assessore comunale Irene Calabrò, con la zona archeologica che però è tornata presto preda di incuria e abbandono.

L’allarme dei residenti

“La situazione è molto grave , l’erbacce è i rami arrivano su i balconi. Il rischio incendio, specie adesso che siamo entrati nella stagione estiva, è molto alto ed è messo a rischio la nostra sicurezza. Se dovessero prendere fuoco i rami che si trovano a pochi centimetri dai nostri balconi sarebbe una strage”, è l’allarme lanciato dai residenti, costretti a varie riprese a sporgersi pericolosamente dai balconi per provvedere a tagliare i rami.

L’area archeologica Occhio di Pellaro contiene numerose tracce di epoche differenti, configurandosi come un sito particolarmente stratificato, con resti che senza soluzione di continuità si susseguono dall’VIII sec. a.C. fino al V sec. d.C. I periodi di abbandono e di inattività sono brevi e dovuti principalmente alle esondazioni delle fiumare, in seguito alle quali si sono depositati degli strati di natura alluvionale che hanno sigillato i resti archeologici.

Questi sono sia di tipo sepolcrale che artigianale, indicando un uso attivo dell’area da parte delle civiltà antiche. In articolare, si evidenzia la produzione di materiale fittile, mediante la lavorazione dell’argilla, quali anfore e laterizi.

Parco Archeologico Pellaro

“Non è mai stata fatta pulizia o manutenzione, da tempo tutta l’area del parco archeologico è abbandonata, tra erbacce e rifiuti. Abbiamo fatto diverse segnalazioni nel corso degli anni -evidenziano i residenti- ma non è mai successo nulla, tra rimpalli di responsabilità e comunicazioni che si limitano al ‘trasmetteremo a chi di competenza’.

La situazione è critica e dalle amministrazioni riceviamo soltanto indifferenza. Saremmo quasi tentati di entrare abusivamente noi all’interno del parco per fare pulizia da soli e riportare decoro in quei luoghi e sicurezza a noi stessi. Ma rischieremmo di essere denunciati, oltre al danno ci sarebbe anche la beffa”.

Una decina le famiglie coinvolte e preoccupate, che da tempo invocano un intervento. Si spera in un intervento in tempi brevi da parte dell’amministrazione comunale che possa in primis riportare serenità e sicurezza ai residenti del palazzo, e in futuro anche alla riapertura del parco archeologico.

Area Occhio Pellaro
L’are archeologica di Occhio di Pellaro all’epoca dell’inaugurazione