Paolo Ferrara ‘stupisce’: a Calanna e Laganadi programmi copiati e candidati a loro insaputa

La sorpresa ha rapidamente raggiunto i vertici dell'Udc, partito nazionale che si trova coinvolto in vicende incredibili

Ferrara Udc

Con l’informativa presentata questa mattina dai sindaci di Calanna e Laganadi presso la Prefettura di Reggio Calabria, si sono evidenziate alcune presunte anomalie nelle condotte e nella composizione delle liste alle ultime elezioni amministrative nei Comuni di Calanna e Laganadi.

Le liste civiche presentate in entrambi i Comuni per concorrere alle ultime elezioni amministrative contraddistinte dal nome “Liberi di ricominciare”, coordinate dal dott. Paolo Ferrara, Commissario provinciale di UdC, sembrano presentare caratteristiche sorprendenti e inusuali.

“I candidati alla carica di Sindaco e di Consigliere comunale sono completamente estranei alle dinamiche delle nostre piccole comunità, non sono nati qui, né tanto meno sono residenti, non vi hanno parenti, non vantano alcun tipo di legame, tanto da essere all’oscuro persino dell’ubicazione della sede municipale e della viabilità da percorrere per raggiungere le frazioni che compongono i nostri borghi. Ed anche laddove (sparuti esempi) vi sia per alcuni qualche collegamento con Calanna o Laganadi, nessuno di questi ha una correlazione con le nostre realtà da decenni.

Sotto l’egida di “Liberi di ricominciare” per ben otto\undicesimi presentavano i medesimi candidati sia a Calanna che a Laganadi. Questo ad ulteriore conferma del totale disinteresse sociale e politico e soprattutto dell’assenza di senso civico e di attaccamento a questo o quel territorio, con relativa voglia di spendersi a servizio degli abitanti.

Un altro clamoroso esempio è rappresentato da una candidata che nei giorni precedenti alle votazioni si è recata in Municipio a Calanna in forte stato di agitazione, per aver appreso solo dagli elenchi pubblici di essere stata inserita tra i candidati della lista “Liberi di ricominciare”. La sopracitata ha chiesto pertanto l’immediata cancellazione dall’elenco, sostenendo di essere stata soggiogata e di aver sottoscritto la candidatura perché indotta da taluno con la scusante di firmare una presunta iniziativa solidale in favore di un genitore della candidata a sindaco della stessa lista.

Oltre questo, sembrerebbe che alcuni candidati sarebbero stati scelti in numero considerevole tra soggetti in cura presso una psicologa, che è la medesima candidata alla carica di sindaco di Calanna di cui sopra. Approfondendo la vicenda, in effetti, questo aspetto è emerso anche da alcuni video resi pubblici tramite social media dagli stessi candidati “sospetti”, in cui si palesa lo stato di debolezza psicologica e confusione mentale degli stessi.

Per finire, è da notarsi che i programmi elettorali presentati ai due Comuni interessati da elezioni sono identici per forma e contenuto, variando esclusivamente nome del Comune e del candidato sindaco, a dimostrazione della totale mancanza di studio del contesto territoriale”, si legge nella denuncia dei sindaci di Calanna e Laganadi.

Leggi anche

Candidati a loro insaputa, candidati scelti tra persone con problematiche di vario tipo, programmi elettorali costruiti con un copia e incolla cui è stato appiccicato il nome del comune. Se le ultime elezioni amministrative hanno visto il successo di numerose liste civiche, con l’elezione ad esempio di Giusy Caminiti a Villa San Giovanni e Adone Pistolesi a Bagnara, quanto accaduto a Calanna e Laganadi (stando a quanto riportato nella denuncia dei due sindaci) riporta non solo la politica ma anche la semplice vita sociale indietro di un secolo.

Improvvisazione mista a scelte del tutto incomprensibili: complicato trovare dinamiche e accadimenti più lontane dalla politica rispetto all’incredibili liste civiche di ‘Liberi di ricominciare’ nei due comuni reggini.

In poche ore, la sorpresa ha rapidamente raggiunto i vertici dell’Udc, partito nazionale che si trova (in?) volontariamente coinvolto in fatti che necessitano obbligatoriamente di spiegazioni. A darle dovrà essere proprio Paolo Ferrara, commissario provinciale dell’Udc, dalla lunga militanza nei repubblicani di Francesco Nucara.

Paolo Ferrara viene ricordato dagli addetti ai lavori per la magra figura elettorale raccolta alle elezioni comunali reggine del 2014. Presentatosi ai nastri di partenza come candidato sindaco con una ‘potenza di fuoco’ composta da 5 liste di candidati, Ferrara raccolse poche centinaia di voti, non guadagnandosi nemmeno l’elezione a semplice consigliere comunale. In particolare ‘Lista del Grillo parlante’ e ‘Libertas Democrazia Cristiana’ raccolsero poche decine di voti, perfetto esempio di scatole vuote prive di alcun consenso elettorale.

I ‘successi’ raccolti alla tornata elettorale del 2014, sono valsi a Paolo Ferrara l’avvicinamento negli ultimi anni al sindaco oggi sospeso Giuseppe Falcomatà. Un sorprendente tuffo carpiato che ha visto cosi Ferrara, dopo una lunga militanza nel centrodestra, spostarsi sul versante opposto e candidarsi alle elezioni metropolitane del 2021 con la lista S’Intesi. Candidatura in un secondo momento bloccata dall’Ufficio Elettorale, a causa del mancato rispetto della quota del 60% prevista dall’articolo uno della Legge n. 56/2014.

Dopo la ‘folgorazione’ sulla via del centrosinistra, Ferrara ha riscoperto l’antico amore per il centrodestra. Il presidente di UniReggio nonche’ docente abilitato all’insegnamento di Chimica Agraria presso gli Istituti Superiori ritorna sui propri passi, diventando commissario provinciale dell’Udc.

“La rigenerazione messa in atto in circa un mese di attività ha consentito la nostra presenza in molti comuni dando la possibilità all’UDC non solo di rigenerare l’opinione pubblica e far crescere l’interesse sullo scudocrociato, ma anche di poter eleggere consiglieri comunali che presto si presenteranno ufficialmente”.

Cosi commentava Ferrara pochi giorni fa la presenza dell’Udc sul territorio reggino, in relazione alle ultime elezioni amministrative. Sarebbe curioso sapere oggi dai vertici nazionali del partito, se per ‘rigenerare l’opinione pubblica’ si intende quanto accaduto a Calanna e Laganadi.