Palazzo di Giustizia, Minicuci interpella Falcomatà: ‘Presuntuoso e incapace, poteva nominare un Commissario’

Il capo dell’opposizione in Consiglio comunale incalza il primo cittadino sui tempi di realizzazione dell’opera


Il Palazzo di giustizia rimane una tra le più colossali incompiute degli ultimi anni. Le vicende, anche giudiziarie, che si sono susseguite hanno rallentato, e di molto, il cronoprogramma dei lavori che non sono mai entrati veramente nel vivo.

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L’interpellanza

E il Palazzo di giustizia rimane anche nei pensieri del capo dell’opposizione Antonino Minicuci che ha fatto recapitare nei giorni scorsi una interpellanza al sindaco Giuseppe Falcomatà, per sapere a che punto sono i lavori:

Quanto tempo ci vorrà per il completamento? E il direttore dei lavori è lo stesso di prima? Invito il sindaco a dare un cronoprogramma atteso che a fine ottobre l’assessore Muraca ha annunciato che il Comune era tornato in possesso del cantiere”.

Da parte sua il primo cittadino ha ringraziato Minicuci per “l’assist” che gli dà l’opportunità di fare il punto della situazione, attraverso una cronistoria degli avvenimenti principali che hanno contraddistinto l’iter dell’opera tanto attesa.

“È una questione che ci sta a cuore”

Falcomatà ha ricordato come la definizione del rapporto con la Bentini è stato uno dei primissimi atti fatti dalla sua prima giunta che si assunse una grande responsabilità nel firmare la transazione con la società che aveva ancora l’aggiudicazione in corso dell’appalto:

“Quella transazione consentì all’ente di evitare un lungo e incerto iter processuale, ma permise di vedere sanate le spettanze dei lavoratori e di ricominciare un iter improntato ai crismi della maggior trasparenza possibile. Tutti i passi successivi sono stati infatti seguiti dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura”.

Il sindaco ha poi sottolineato che tutto ciò che concerne la direzione lavori non è competenza del primo cittadino ma appannaggio esclusivo della dirigenza e della parte tecnica di Palazzo San Giorgio, in ossequio alla separazione tra l’indirizzo politico e quello gestionale indicato dalla legge 267/2000.

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La relazione

Il primo cittadino si giova, quindi, della relazione del settore Lavori pubblici per ricordare come i lavori dopo la risoluzione del rapporto con la Bentini siano stati affidati alla Passarelli Spa che aveva offerto un ribasso alto ma valutato non come ‘ribasso anomalo’. Da lì l’assegnazione dei lavori:

“Il contratto d’appalto è stato firmato senza alcuna riserva e osservazioni accettando lo stato di fatto e di diritto in cui veniva consegnato il cantiere da parte dell’amministrazione. La consegna in via d’urgenza ha consentito di avviare il cantiere prima dei 30 giorni canonici, a riprova che l’Amministrazione ha lavorato affinché non si perdesse un giorno in più”.

Contestazioni e addebiti

Nell’ottobre del 2018 la direzione lavori ha notificato all’impresa l’atto di contestazione addebiti e successivamente nel marzo 2019 il responsabile del procedimento ha proceduto alla notifica della determina dirigenziale di risoluzione in danno del contratto.

Il 12 marzo 2019, però, la ditta aggiudicataria ha citato in giudizio il Comune al Tribunale delle imprese di Catanzaro, dove il procedimento è in corso. Ma nel frattempo è anche arrivata l’interdittiva antimafia per la Passarelli Spa.

Il Comune tramite gli uffici preposti ha sollecitato il rilascio del cantiere, in quanto come prassi consolidata vuole la custodia dello stesso era in capo alla ditta titolare dell’appalto.

Nel luglio scorso la Passarelli Spa ha pure proposto ricorso contro la volontà del Comune che voleva riappropriarsi del cantiere a causa della interdittiva. Ma lo scorso 29 ottobre si è proceduto al taglio dei lucchetti, prendendo in consegna le chiavi di accesso al cantiere.

Il 25 novembre si è svolta l’ultima udienza e, ora, si aspetta la pronuncia del Tribunale di Catanzaro.

Non soddisfatto

Dopo la lettura della relazione da parte del sindaco, Minicuci non si è dato per vinto ed ha contestato al primo cittadino:

“La cronistoria non serve a nulla. Non mi ritengo soddisfatto dalla risposta. Trasformerò la mia interpellanza in un ordine del giorno perché venga discusso in aula”.

Per Minicuci, insomma, le sue domande rimangono inevase:

“L’iter dei lavori, da marzo ad ottobre 2019, non è stato seguito in maniera puntuale dal Rup. Capisco che la nomina del direttore dei lavori è del dirigente, ma buona norma vuole che in presenza di nuovo appalto causato da un precedente fallimento, lo stesso si affidi ad un nuovo direttore. Il sindaco poteva fare una direttiva in tal senso. Così dimostra invece presunzione ed incapacità”.

Per Minicuci insomma il sindaco “poteva chiedere al Presidente del Consiglio dei ministri la nomina di un Commissario ad acta in deroga alle disposizioni sulla legge dei contratti per realizzare l’opera in tempi certi“.