Gom di Reggio, risarcimento da oltre 600 mila euro per 18 infermieri
I professionisti per anni, fino a maggio del 2018, erano stati demansionati.
21 Marzo 2024 - 18:06 | Comunicato

Il 15 marzo scorso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, ribaltando la decisione assunta nel primo grado di giudizio, ha condannato il Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli (Gom – BMM) di Reggio Calabria a risarcire 18 professionisti, assistiti dall’avvocato del Nursind Domenico De Angelis. I professionisti per anni, fino a maggio del 2018, data in cui sono stati assunti i primi operatori socio sanitari, sono stati obbligati, proprio in virtù dell’assenza in organico di questa figura, a ricoprire mansioni come quelle igienico-sanitarie, ausiliarie e di supporto, che non competono, per profilo professionale, all’infermiere. Lo comunica la Segreteria territoriale del Nursind di Reggio Calabria.
I risarcimenti che scaturiranno dalla sentenza interesseranno appunto un totale di 18 professionisti operanti presso la U.o.c. di Nefrologia e Dialisi e la U.o.c. di Oncologia, ai quali il Gom BMM di Reggio Calabria dovrà versare un ammontare totale che supera 600mila euro. Nei prossimi mesi il Tribunale sarà chiamato, per quanto concerne le cause di demansionamento, a pronunciarsi anche per le altre unità operative, oltre che per ulteriori cause risarcitorie avviate dal Nursind relativamente al bonus Covid, buoni pasto, vestizione e svestizione, incentivi plasma.
“Nursind, che si pone come baluardo a tutela della professione infermieristica – spiega il segretario territoriale di Reggio Calabria, Vincenzo Marrari -, ha come obiettivo quello di garantire ai lavoratori di operare in un contesto di piena valorizzazione economica, contrattuale e di rispetto dei diritti della professione infermieristica, che a livello nazionale è riconosciuta come professione intellettuale. Per porre in essere la sua opera, l’infermiere necessita del giusto rapporto tra infermieri e pazienti, della presenza in organico 24 ore su 24 delle figure di supporto come l’Oss e soprattutto che gli vengano riconosciuti tutti i diritti sanciti dai contratti e dalle vigenti normative”.
Per perseguire questo obiettivo, “vista la sordità delle aziende calabresi alle nostre proposte ed istanze avanzate negli anni – prosegue Marrari -, Nursind ha scelto di far valere i diritti degli infermieri nelle aule di tribunale, patrocinando gratuitamente (anche in caso di soccombenza) le cause per i propri iscritti. Ed è proprio ai nostri iscritti, soprattutto a quelli che hanno deciso di affidarsi a noi sposando la nostra causa dalla prima ora, che rivolgiamo un accorato ringraziamento. Così come la nostra gratitudine va all’avvocato De Angelis che con la sua competenza e professionalità è stato per noi una guida e ci ha permesso di arrivare ad un risultato storico”.
“Ovviamente – conclude il sindacalista – la missione di Nursind non si ferma qui, continueremo a spenderci, per difendere e sostenere la professione infermieristica in tutte le sedi e nei modi necessari a tutelare le colleghe ed i colleghi che con grande competenza e sacrificio si spendono quotidianamente in un contesto estremamente difficile e povero di risorse umane e materiali come quello del Servizio sanitario regionale calabrese”.
Michele Nucera, segretario P.O. Morelli e infermiere di oncologia, a sua volta afferma: “Sin dalla nascita della Segreteria Nursind a Reggio, nel 2017, ci siamo trovati di fronte ad una situazione di forte malcontento di tutti i colleghi infermieri, i quali erano demansionati praticamente da sempre. Questa sentenza ripaga in parte anche la nostra dignità professionale che per troppo tempo è stata schiacciata dalla mancanza delle figure di supporto previste”.
