All’Ordine dei Medici la conferenza “Neuroradiologia e sclerosi multipla”
All’Ordine dei Medici di Reggio Calabria si è svolta la prima delle 4 giornate di formazione dedicate alle neuroscienze
09 Aprile 2019 - 15:14 | comunicato stampa
Presso l’Ordine dei Medici di Reggio Calabria si è svolta la prima delle 4 giornate di formazione in cui si dipanerà, nell’arco di tutto il 2019, l’evento congressuale sulle neuroscienze. L’iniziativa riveste particolare interesse per la terapia endovascolare che va ad aggregarsi a quello classico di neurochirurgia. L’ultima frontiera, in campo diagnostico, rappresentata da uno studio nuovo di neuro-imaging chiamato radiomica che fornisce informazioni che le immagini solo qualitative possono non dare, come si è verificato fino ad oggi.
Lo studio quantitativo dell’immagine permetterà, infatti, di differenziare preventivamente i responders da chi non lo è, i quali ultimi verranno così indirizzati verso programmi diversi.
Dopo i saluti del Presidente dell’Ordine dei Medici, Pasquale Veneziano, che ha rammentato la necessità di mettere in evidenza tutto ciò che di buono c’è presso il nostro ospedale, ad introdurre l’argomento è stato il Coordinatore della Commissione Formazione ed aggiornamento, Antonino Zema.
«Questo evento – ha spiegato Zema – articolato in quattro giornate, si propone di trattare le principali evidenze di neuroimaging includendo le nuove tecniche per la diagnostica e, ultimamente, per la terapia endovascolare, che è lo stesso neuroradiologo ad effettuare. In campo neuroradiologico, infatti, si sono registrati dei progressi, un tempo inimmaginabili. La neurochirurgia di Reggio Calabria, infatti, ne è stata testimone ed, inizialmente, anche artefice».
Antonino Zema ha ricordato come la presenza a Reggio Calabria, del prof. Del Vivo, proveniente dal Canton Hospital di Zurigo, che ha richiamato nella nostra città dei veri e propri luminari della neuroradiologia come i professori Ruggero e Trevisan, ed ancora, Giuseppe Santoro. L’evento è stato anche occasione per ricordare Nicola Pandolfo, il primario di neurochirurgia caduto sotto i colpi della ndrangheta ed al quale, la città di Locri ha, recentemente dedicato una via, insieme all’altra vittima, Girolamo Marino, perito in altra occasione ma per la stessa causa.
«Ho accettato questo incarico – ha dichiarato Pino Foti, neodirettore sanitario del Grande Ospedale Metropolitano – con l’unico obiettivo di fare il bene dell’azienda, portando avanti diversi progetti e rimboccandoci le maniche per l’enorme lavoro che ci aspetta. Non dobbiamo illuderci per l’appellativo “Grande” che denomina il nostro ospedale in quanto il primo step intermedio sarà quello di raggiungere la normalità. Ci siamo dati degli obiettivi fra i quali quello di recuperare medici da destinare al Pronto Soccorso, realizzare, presso il Morelli, il polo oncematologicoche sia funzionale alle esigenze di questo tipo di pazienti recuperando presso i Riuniti alcuni reparti per acuti come la medicina».
Sono seguiti, poi, i saluti di: Franco Cafarelli, già primario di neuroradiologia degli Ospedali Riuniti, Nicola Arcadi: primario della Radiologia del Grande Ospedale Metropolitano e Domenico Laganà, Direttore della Scuola di Specializzazione di radiodiagnostica di Catanzaro.
«L’obiettivo di questa giornata – ha spiegato Antonio Armentano, dirigente di secondo livello della neuroradiologia dell’Azienda ospedaliera reggina – è quello di avviare una fase di confronto fra medici della provincia di Reggio Calabria su questa patologia nonché mettere in relazione clinici e radiologi al fine di ottimizzare il procedimento logico-diagnostico della malattia».
Umberto Aguglia, ordinario di neurologia presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Catanzaro ha sottolineato:
«La diagnosi della sclerosi multipla è un processo complesso che richiede un approccio multidisciplinare in cui la collaborazione tra il clinico, il neuroradiologo, il medico di laboratorio ed il neurofisiologo deve essere stretta. Si tratta, inoltre, di una patologia che si caratterizza per delle oggettive difficoltà sia a livello diagnostico sia per quanto concerne la scelta della terapia adeguata al singolo paziente richiedendo uno studio ed un aggiornamento continuo».
Pierluigi Lanza, dirigente di ricerca dell’Unità di Neuroradiologia dell’ISN-CNR di Piano Lago, ha rimarcato il concetto che «la diagnostica per immagini e la risonanza magnetica in particolare, hanno lo scopo di fare diagnosi precoce offrendo scelte terapeutiche più adatte per questi pazienti affetti da patologia infiammatoria demielinizzante, diagnosi accurate, elementi di prognosi ed individuare i profili a maggior rischio per le disabilità della fase precoce».
«La diagnostica per immagini – ha aggiunto Pierluigi Lanza – è, inoltre, importante per monitorare l’evoluzione delle patologie e l’andamento della stessa nel tempo».
Vincenzo Dattola, neurologo al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, ha analizzato i vari trattamenti previsti per la sclerosi multipla, compreso il più recente, anche in funzione del paziente e delle possibili complicazioni.
Giuseppe Sceni, dirigente fisico del Grande Ospedale Metropolitano, ha tratteggiato i principi base della radiomica evidenziando l’importanza che questo nuovo settore interdisciplinare rivestirà, nel prossimo futuro, nell’ambito della diagnostica per immagini. La radiomica, infatti, è un campo di ricerca traslazionale che consente di estrarre parametri quantitativi dalle immagini radiologiche avanzate (tac, rmn e pet) finalizzati alla valutazione degli outcome diagnostici e terapeutici.