Reggio, tele sequestrate in Accademia. Parla Xante Battaglia: ‘Ma quali opere! Sono riproduzioni posticce, uno scandalo”

E' partito tutto da una sua denuncia e per questo è stato definito 'paladino dell'arte'. L'artista gioiese punta il dito contro il direttore didattico e lo staff dell'Accademia

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“Sono opere posticce, che rivelano, anche agli occhi dei meno esperti, l’assenza di elementi di autenticità”.

Sono le parole di Xante Battaglia, artista di lungo corso, originario di Gioia Tauro che ha per primo sollevato alle autorità competenti il dubbio sull’affidabilità e qualità delle opere che compongono la mostra ‘Pop to Street Art Influences‘ organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.

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“Quando ho visto a Reggio il manifesto dell’Accademia che annunciava 170 ‘opere’ mi sono subito indignato perchè ho notato immediatamente che non si trattava di opere ma di stampe e riproduzioni posticce, senza firme e senza numero – spiega ai nostri microfoni Xante Battaglia – E quindi eventuali certificazioni di originalità non sarebbero attendibili perchè le stampe non sono rintracciabili”.

Artista di fama internazionale, Battaglia è stato il titolare della prima cattedra di Pittura alle Accademie di Belle Arti di Brera a Milano e di Venezia, ha esposto alla Bonino Gallery di New York, alla Biennale di Venezia, al Palazzo Diamanti di Ferrara e al Grand Palais di Parigi.

Caso mostra ‘Pop Art’ a Reggio, la denuncia di Battaglia: ‘E’ possibile che nessuno si è accorto della mancanza delle firme?’

Battaglia, prima di rivolgersi ai Carabinieri, ha prontamente manifestato le sue perplessità alle tre realtà coinvolte nell’organizzazione della mostra inviando tre mail indirizzate al presidente dell’Accademia di Belle Arti, alla Casa della Cultura e al Museo Archeologico della Magna Grecia. Nessuno dei tre enti, secondo quanto dichiarato da Xante Battaglia, ai nostri microfoni, ha però mai risposto alla sua segnalazione.

“Ho inviato una mail dettagliata avvisando i tre enti del pericolo che si celava dietro all’organizzazione del mostra e del danno culturale, economico e pedagogico – continua Battaglia – Non ho mai ricevuto risposta”.

Ma Xante Battaglia non si arrende e si rivolge ai Carabinieri dei Beni Culturali di Cosenza. E così, dopo un esposto dettagliato sono partite le indagini.

“Mi chiedo, un direttore di Accademia, non capisce che non si tratta di opere ma di stampe. Né lui, né il suo staff? E’ possibile che durante l’inaugurazione della mostra nessuno si sia accorto della mancanza delle firme? Le serigrafie, come tutti sanno, devono essere firmate dall’autore di proprio pugno e numerate”.

Sequestro opere in Accademia, di chi sono le responsabilità?

Le indagini sarebbero quindi partite dalla segnalazione e dall’esposto dell’artista gioiese che ha ritenuto opportuno allertare le autorità dopo aver accertato diverse irregolarità. Ma chi ha le maggiori responsabilità? Chi avrebbe dovuto verificare l’autenticità delle opere? Xante Battaglia non ha dubbi:

“A mio avviso la maggiore responsabilità è del direttore didattico dell’Accademia, poi della presidente dell’Accademia perchè non hanno saputo leggere il contenuto della mostra che loro stesi hanno avallato. Ci rendiamo conto che facevano anche pagare un biglietto di 15/20 euro per vedere delle stampe?”.

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In attesa degli sviluppi giudiziari e dell’esito dell’inchiesta l’artista gioiese conclude:

“Amo la Calabria e non posso accettare che nella mia terra ci possano essere situazioni del genere. E’ uno scandalo, come si fa a non capire?”