Scopelliti sull’Operazione Ducale: “Servono le dimissioni. Alto il rischio di scioglimento del Comune”

L'ex Sindaco e Governatore: "Falcomatà disse che siamo geneticamente diversi ed è cosi. Io non sono come loro e non festeggio. Mi auguro che qualcuno chiami la Schlein..."


Motta San Giovanni ha accolto la presentazione del libro “Io Sono Libero” di Giuseppe Scopelliti. L’evento si è tenuto domenica 7 luglio alle nella suggestiva cornice della Piazza della Municipalità.

La serata si è aperta con i saluti istituzionali di Giovanni Verduci, Sindaco di Motta San Giovanni, e dell’assessore comunale Giusi Vacalebre e ha visto la partecipazione anche di Nicola Pangallo, psichiatra forense.

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La presentazione libro ha toccato diverse piazze in questi mesi (circa 50 gli appuntamenti), dentro e fuori la Calabria. A Roma un anno e mezzo fa l’inizio di questo viaggio, un percorso che circa 8 mesi fa ha visto a Reggio Calabria Piazza Duomo riempirsi, un segnale concreto e tangibile dell’affetto e della stima dei reggini che ancora persiste nei confronti di Giuseppe Scopelliti.

Impossibile non affrontare con Giuseppe Scopelliti, nel corso dell’evento, le ultime vicende che interessano la politica reggina, con specifico riferimento all’operazione Ducale che vede Reggio Calabria sotto i riflettori nazionali per una inchiesta sul voto di scambio elettorale politico mafioso.

Dignità e credibilità due termini che fanno rima, ma che in politica ormai troppo spesso sono merce rara. Allo stesso tempo, il coraggio necessario per compiere un gesto come le dimissioni, rappresenta una dote lontana dall’agire della classe politica, calabrese e non.

Scopelliti parte da come ha accolto le notizie relative all’inchiesta Ducale, specificando di non avere alcuna intenzione di affrontarla o commentarla da un punto di vista giudiziario.

“Sono stato male, pensando al danno di immagine pesante che questa inchiesta produce per la mia città. Poi ho pensato anche ai diretti interessati, alle loro famiglie e i loro affetti. Questa vicenda mi ha colpito nel profondo. Non entro e non mi interessa entrare nel merito della vicenda giudiziaria”.

Come sempre accade, il presente si intreccia con il passato per generare il futuro o quantomeno una prima prospettiva di esso. Scopelliti così torna indietro con la memoria, evidenziando in modo netto le differenze che lo separano dal centrosinistra e dal sindaco Giuseppe Falcomatà.

“Io non ho mai stappato con lo champagne sulle disavventure altrui. Il sindaco Giuseppe Falcomatà disse una volta che siamo geneticamente diversi, e ha ragione, credo sia l’unica cosa giusta che ha detto. Noi non abbiamo costruito le nostre fortune sulle disgrazie altrui ma solo sulle nostre competenze, conoscenze e voglia di combattere”.

Dopo la stilettata, Scopelliti torna subito a commentare l’inchiesta Ducale da un punto di vista prettamente politico, paventando i grossi rischi che aleggiano sopra Palazzo San Giorgio.

“Chiarisco che non sono come loro e dunque non sono nemmeno lontanamente a favore della Commissione d’accesso, che avrebbe ripercussioni devastanti per Reggio Calabria. Però vedo quello che sta emergendo e purtroppo esiste il rischio concreto di uno scioglimento del Comune.

Per cui auspico in un senso di responsabilità che spinga tutti a mettersi da parte e rassegnare le dimissioni, è la cosa più giusta in questo momento. Le responsabilità sono in capo a chi ha il compito di governare”.

Scioglimento dell’amministrazione non può che riportare con il pensiero all’epoca di Demi Arena e alle recenti dichiarazioni del dottor Eduardo Lamberti Castronuovo.

“L’analisi di quel periodo è nei fatti. Nessun componente di consiglio e giunta ha mai ricevuto nemmeno un semplice avviso di garanzia, che oggi non si nega a nessuno. Quel provvedimento del Governo fu destruente, una scelta precisa politica del governo.

Al ministro dell’epoca (Cancellieri, ndr) fu praticamente imposto di intervenire su Reggio Calabria. Al di là di ogni ideologia, quello che è successo al sindaco del tempo Demi Arena è davvero discutibile”, le parole dell’editore di Rtv.

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La credibilità della politica, in riva allo Stretto e anche al di fuori dei confini regionali, è al minimo storico, basti guardare l’affluenza alle urne. Scopelliti rispetto ai continui stimoli che gli vengono posti sul ritorno in politica assicura di essere ‘totalmente disinteressato’, il valore più alto e nobile della politica viene ancora una volta richiamato dall’ex sindaco e governatore, che torna sull’inchiesta Ducale e i rischi per tutta la comunità reggina.

“Auspicherei che qualcuno dei vertici (del Governo, ndr) chiamasse la Elly Schlein per dirle “a Reggio Calabria c’è il rischio concreto che si possa sciogliere il Comune, fai dimettere i tuoi e andiamo tutti a casa“. Buona parte rischia degli attuali consiglieri comunali rischia di essere dichiarato incandidabile in caso di scioglimento dell’amministrazione, la possibilità purtroppo esiste e lo dico questo con profonda amarezza.

Come ho spesso affermato in questi anni, la politica deve fare la politica e se qualcuno deve andare a casa è perchè è stato inadeguato e incapace a governare.

Tutto dovrebbe restare nel rettangolo di gioco della politica, questa diventa quasi una “scorciatoia” ma c’è il giudizio sulla gestione della città che da cittadino mi lascia molto perplesso. La mia città, e i suoi obiettivi di sviluppo e crescita, penso debbano sempre prevalere su tutto e tutti”, ha concluso Scopelliti.

Una sorta di appello quello dell’ex sindaco e governatore, che se dal palco di Piazza Duomo lo scorso ottobre aveva sollecitato una sorta di “pacificazione attraverso la verità” adesso vuole stimolare un senso di responsabilità e di attaccamento degli amministratori locali verso Reggio Calabria.

Un sentimento che lo stesso Scopelliti ammette di non vedere adesso, ma che spera possa presto fare capolino nella mente della giunta Falcomatà. Per evitare quello che sarebbe il precipizio assoluto per la città, per non ripiombare nuovamente nel drammatico scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa.

Rispetto infine al possibile arrivo della Commissione d’accesso a Palazzo San Giorgio, tutto tace. L’impressione è che i prossimi 20 giorni, che separano dal mese di agosto, possano indirizzare il percorso in un senso o nell’altro.