Lamberti chiede le dimissioni di Falcomatà. Brunetti affonda: 'Inchino di San Procopio, perchè il dott. non si è dimesso?'

"Parallelismo inaccettabile - ha replicato Lamberti. Non c'erano intercettazioni pubblicate e la situazione era ben diversa"

Nell’ultima puntata di Live Break su CityNow, il vicesindaco del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, ha rilasciato dichiarazioni infuocate riguardanti l’operazione Ducale e la richiesta di dimissioni del sindaco Giuseppe Falcomatà.

La richiesta è stata avanzata dal dott. Lamberti Castronuovo, che nelle scorse settimane ha presentato il suo progetto politico per le prossime elezioni comunali.

Il caso dell’inchino di San Procopio

Brunetti non ha risparmiato critiche, evocando il passato di Lamberti come sindaco di San Procopio, coinvolto in una “situazione simile a quella attuale di Falcomatà”.

“Il dott. Lamberti ha scritto una lettera al sindaco chiedendo le sue dimissioni, quando egli stesso, in prima persona, ha vissuto una situazione simile nel Comune di San Procopio,” ha dichiarato con tono accusatorio Brunetti.

Il vicesindaco ha ricordato come durante una processione religiosa, si sospettò che vi fosse stato un inchino davanti all’abitazione del mafioso Alvaro, un episodio che portò a indagini su figure chiave come il sindaco, il vicesindaco, il parroco e il maresciallo dei carabinieri.

“Era il 2014 e la cosa è andata avanti fino al 2017. Oggi, Falcomatà si trova nella stessa situazione, che riceve un avviso di garanzia per l’operazione Ducale”.

La sospensione e il reinserimento di Falcomatà

Brunetti ha poi richiamato alla memoria la recente sospensione di Falcomatà, sottolineando l’ingiustizia subita.

“Veniamo dall’esperienza della sospensione di Falcomatà per due anni, che dopo questo tempo la Cassazione dice ‘scusateci abbiamo sbagliato‘, privando la città del suo sindaco eletto e per sfortuna vostra lasciandovi me,” ha detto Brunetti con un mix di amarezza e sarcasmo.

Il confronto diretto: tensioni in studio

Lamberti ha risposto con fermezza, negando qualsiasi paragone tra le due situazioni.

“La questione di San Procopio è terminata subito. È stata per 3 anni sulla scrivania di Cafiero De Raho che l’ha tenuta lì. Non c’erano intercettazioni pubblicate. Si tratta di un parallelismo inaccettabile,” ha ribattuto Lamberti, cercando di difendere la sua integrità.

Brunetti, tuttavia, ha insistito, mettendo in luce le incongruenze nella posizione di Lamberti.

“Ma per 3 anni non c’è stato il rischio dell’arrivo di una Commissione di accesso al Comune? Il video dell’inchino è arrivato fino a Los Angeles, buttando fango su San Procopio,” ha detto, facendo intendere che il danno reputazionale era stato significativo.

Riferendosi alla situazione di Falcomatà, Brunetti ha espresso incredulità per la mancanza di solidarietà da parte di Lamberti.

“Mi sorprendo che allora il dott. Lamberti non abbia avuto la sensibilità di dimettersi per evitare lo scioglimento del Comune di San Procopio, ed oggi, invece lo chieda al sindaco di Reggio Calabria,” ha sottolineato Brunetti con una punta di amarezza.

Il vicesindaco ha concluso il suo intervento riaffermando la sua fiducia nella legalità e nell’ufficialità delle procedure.

“Io non so se arriverà la commissione di accessoma Reggio Calabria e mi vanto di non avere notizie in anticipo, ma solamente ufficiali. Non so se poi qualcuno dietro muove le fila,” ha detto, lasciando intendere che la trasparenza sarà sempre la sua priorità.

Le dichiarazioni di Paolo Brunetti e la replica di Lamberti, comunque, hanno infiammato non poco il dibattito politico, portando alla luce vecchi rancori e questioni irrisolte. Con le elezioni comunali all’orizzonte – nonostante manchi ancora tanto tempo, gli asset in città si sono già formati per il “dopo Falcomatà” – questi scambi accesi promettono di essere solo l’inizio di una campagna elettorale che si preannuncia tumultuosa e piena di colpi di scena.