Omicidio Bellocco, il sindaco di Rosarno: ‘Basta infangarci, siamo contro la mafia’

Il massmediologo Klaus Davi si trova nel Comune in provincia di Reggio per un'inchiesta, attraverso lui il primo cittadino ha rivolto un appello alle famiglie: "No alla faida"

rosarno piazza duomo

“Basta infangare il nostro comune, la nostra comunità, i cittadini; basta come fanno certi media a insistere sulla equivalenza ‘Rosarno Mafia‘ . Nessuno nega i problemi, nessuno nega la presenza di famiglie ingombranti , ma siamo una comunità composta dal 99 % di persone oneste”.

Lo ha dichiarato Pasqualino Cutri intervistato da Klaus Davi.

“L’omicidio di Antonio Bellocco avvenuto nei giorni scorsi a Milano è stato un grande dispiacere perché il nostro paese assurge agli onori della cronaca spesso per questioni di mafia. A Rosarno esiste un ospedale, ma neanche funziona e sarebbe di grande aiuto alla comunità . I servizi basilari mancano. Non esiste il diritto alla salute.

La morte di Antonio Bellocco – prosegue il primo cittadino – deve fare riflettere i giovani. Per un momento di felicità passano la vita a fare i latitanti, o in carcere o nel peggiore di casi come in questo caso purtroppo. sottoterra. Ci impegneremo nelle scuole per una forte sensibilizzazione: la vita del criminale non è tutto dominio. non è tutto potere”.

Sempre al massmediologo, il sindaco del Comune in provincia di Reggio Calabria, ha dichiarato:

“Non subiamo nessuna pressione dalle cosche di Ndrangheta, nessun condizionamento, nessuno si è avvicinato. Siamo tutti uniti per formare uno scudo contro il malaffare. Nessuna richiesta nessuna proposte nessuna ‘proposta indecente’.

Non temiamo Francesco Pesce detto ‘Testuni‘ non temiamo nessuno. Non sarà il vero sindaco di Rosarno. Se è libero vuol dire che lo Stato ha ritenuto che ha scontato la sua pena. Non subiremo nessuna pressione ne’ da lui ne da altri.

Leggo – ha detto ancora Cutri – cronache giornalistiche su Rosarno sulla Calabria da parte di cronisti che non hanno mai messo in piede qui. Bisognerebbe venire a vedere le nostre bellezze naturali, le tante cose belle che ci sono, le tanti caratteristiche nobili della nostra comunità. È necessaria maggiore presenza dello Stato, più comunicazione, piu presenza delle istituzioni. Scrivere di Rosarno stando solo a Milano rischia di essere fuorviante. Noi siamo pronti ad accogliere tutti, siamo un popolo aperto.

Stando alle dichiarazioni riportate sui giornali Antonio Bellocco avrebbe detto che è ‘andato a vivere a Milano per volersi redimere aveva capito i pericoli a cui andava incontro’. Ma poi le cose nei fatti sono andate come sono andate. Ripeto: il mio auspicio è che i giovani per bene di Rosarno che sono quasi tutti devono mettere in conto che questi sono i rischi di queste scelte. Non è tanto facile uscirne, non è semplice, Rosarno non deve essere abbandonata.

Abbiamo una foltissima comunità di immigrati che da noi lavorano e aiutano la loro comunità con il loto contributo. Siamo persone semplici ma ricchi di umanità e nei limiti del possibile cerchiamo di aiutare gli svantaggiati. Dopo la chiusura dei campi di accoglienza che erano di fatto dei Lager, ora piano e piano stiamo offrendo abitazioni e condizioni di vita umane, con enormi sforzi. Una vita all’insegna della legalità per i migranti è il primo passo per una condizione di legalità della Comunità. Siamo riusciti a smantellare il campo container in contrada Testa dell’acqua costruita dopo la famosa rivolta di Rosarno. Un grande risultato della comunità della amministrazione e della Prefettura”.

Intervistato da Klaus Davi, che in questi giorni si trova in città per una inchiesta sull’omicidio di Antonio Bellocco, il sindaco ha rivolto un appello alle famiglie:

“Mi appello alle famiglie che pure hanno subito un gravissimo lutto che comunque ha addolorato la comunita. No alla faida, no a una ripercussione violenta, si al dialogo. Al di là di quanto accaduto la morte è un dolore per tutti. È il dialogo che deve essere la cosa principale, quando si arriva a queste cose estreme vuol dire che non c’era il dialogo neanche tra di loro”.