Ponte sullo Stretto, CGIL e Calabria Possibile: ‘Un’opera che non risolve i problemi del Sud’
Possibile, insieme a CGIL, denuncia il Ponte sullo Stretto come un’opera inutile e dannosa. Intervento di Silvia Giandoriggio alla conferenza a Roma
20 Novembre 2024 - 12:00 | Comunicato stampa
In data 15 Novembre a Roma, nella Sala Capranichetta di Piazza Montecitorio si è tenuta la conferenza stampa “No al Ponte sullo Stretto”, organizzata da CGIL e le principali realtà politiche territoriali e nazionali vicine alla causa, esponendo a gran voce la contrarietà alla cantierizzazione di tale opera.
In questa occasione Calabria Possibile ha partecipato con un intervento della portavoce territoriale Silvia Giandoriggio:
“Un’infrastruttura a un costo 14 miliardi di euro, quasi un punto di PIL, che non può essere risolutrice dei problemi del Sud Italia. Il Ponte sullo Stretto è un contratto a tempo determinato che aiuterebbe le aziende del Paese solo nel breve termine perché non interviene sui problemi strutturali che impediscono agli imprenditori di avere i servizi territoriali adeguati per radicarsi ed espandersi, non offre prospettive di sviluppo nei settori strategici di cui il Sud necessita, non assorbe la disoccupazione endemica presente nel Meridione, non compensa l’aumento dei letti vuoti nelle case delle famiglie calabresi e siciliane, non consente il ritorno dei giovani fuori sede costretti ad emigrare per ottenere maggiori opportunità. Il ponte è l’ennesimo palliativo datoci che nasconde l’incapacità governativa di mettere in atto una progettualità sistemica su più livelli. È evidente e lacunoso l’agire del governo sull’ordinario e su settori strategici delle nostre regioni. Non è con una ennesima incompiuta nel deserto che si risolvono i problemi strutturali di due tra le regioni più povere d’Italia che necessitano di interventi sui principali settori economici.”
L’importanza di soluzioni sistemiche e contestuali
Nel suo intervento, la portavoce Silvia Giandoriggio ha sottolineato l’importanza di lavorare ad un progetto di crescita sistematica e strutturale, applicando i principi di conservazione e tutela del patrimonio esistente piuttosto che proporre mega infrastrutture senza osservare il contesto e le necessità di un territorio in difficoltà.
“Come possiamo fidarci noi cittadini se siamo testimoni dei cantieri trentennali delle autostrade e delle ferrovie non ancora compiute di un’opera da record così rischiosa? Perché dovremmo essere d’accordo noi cittadini italiani propulsori di una cultura fortemente legata alla conservazione e al recupero dell’esistente, favorevoli alla demolizione di chilometri di costa che sono patrimonio naturalistico e storico, per questa infrastruttura? Viviamo a pieno i rischi e le cause del climate change, dove i fenomeni straordinari sono all’ordine del giorno e causano danni ingenti, testimoni le ultime alluvioni in Italia dove si aspettano ancora gli aiuti dal governo in carica, come si può pensare di operare su un’area così fragile e soggetta a vulnerabilità sismica, a dissesto idrogeologico e all’erosione costiera?”
Un patrimonio da difendere
Possibile, in concerto con le associazioni e realtà politiche del territorio e nazionali, ribadisce il suo essere contrario alla cantierizzazione dell’opera:
“Che devasterebbe un patrimonio paesaggistico e naturalistico di enorme valore come lo Stretto, scrigno di biodiversità tutelato dall’art.9 della Costituzione Italiana e da vincoli ambientali regionali, nazionali, europei, oltre che essere un territorio geologicamente e morfologicamente fragile.”
La conferenza stampa tenutasi è solo l’inizio di un percorso di mobilitazione che continuerà nei prossimi mesi.